Il progetto Lord Agheros nasce dalla mente di Evangelou Gerassimos, che, come possiamo leggere nelle note biografiche della band, si occupa di tutta la strumentazione, vocals e produzione comprese. Non è sbagliato quindi considerare il gruppo come una vera e propria one man band. Siamo in Italia, a Catania precisamente, e il genere che colpisce sin dall’intro è un black metal a tinte ambient molto avvolgenti, che non disdegna in molti frangenti di sfociare in notevoli escursioni di gothic che ben si amalgamano con il resto.
“Drama Begins” è una sorta di iniziazione, con dei suoni sinistri solamente eseguiti con l’ausilio delle tastiere, ma molto pacati e sul finire una voce sofferente in sottofondo che fa presagire qualcosa di veramente terribile. Non male come inizio, davvero. Il pezzo successivo è il classico brano ambient/black, lento e funereo, con tastiere in piena evidenza, un ritmo triste con la voce in screaming quasi filtrata e sofferente, vero punto di forza a mio parere dell’intero lavoro. Colpisce in positivo la scelta di lasciare che le vocals siano sempre in secondo piano, a tratti sussurrate, davvero notevole il risultato. La seguente “Glory Through Death” si snoda invece su sonorità più prettamente gothic, grazie ad un sottofondo di cori che verso la fine sono supportati anche dalla solita voce urlata. “Sacrilegium” risulta un po più debole, a causa del fatto che mescola moltissimi stili diversi (tra cui perfino un ritmo orientaleggiante!) senza però convincere del tutto. Sarebbe stato meglio se avesse avuto un po’ più di linearità. Dopo un intermezzo, di nuovo un’ottima traccia, “Ash To Ash And Dusk To Dark” un mid-tempo che si rifà a quello che era stato proposto con la seconda song. Senza capo nè coda anche la title-track, anche se in alcuni momenti ci sono dei passaggi convincenti. Davvero particolare “Dancing In The Dark”, forse la più “commerciale” del lotto, impossibile o quasi da descrivere causa scelte stilistiche a dir poco eclettiche. L’album si chiude con “Escape”, un pezzo interamente strumentale, ideale e triste conclusione.
Un disco discreto insomma, ben prodotto e ben suonato, anche se alla fine si trovano tanto ambient e tanto gothic e di black metal c’è solo la voce. Ottime le vocals, ottimi alcuni passaggi di tastiera, anche se il difetto più evidente, secondo me è la troppa complessità di alcuni brani, che presentano al loro interno degli stacchi molto forti che rendono l’ascolto troppo poco fluido e delle soluzioni parecchio diverse fra loro che rovinano lo schema-canzone.

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