Questa volta è il turno dei Lost Horizon sulle pagine virtuali di Heavy-Metal.it. Il gruppo ha da poco fatto uscire il secondo album, “A Flame to the Ground Beneath”, che segue il precedente “Awakening the World”, album che ha riscosso buoni pareri un po’ in tutta Europa.
La chiaccherata è avvenuta col bassista del gruppo, Martin Furängen, ed è purtroppo stata minata da due eventi poco piacevoli: la linea telefonica molto disturbata, con audio veramente flebile, e le condizioni di salute precarie di Martin, quasi influenzato. Questo ha fatto diminuire la sua loquacità nel finale dell’intervista…
Iniziamo con una domanda per chi non vi conosce, come si sono formati i Lost Horizon?
Abbiamo iniziato nei primi ’90, ma la band all’epoca si chiamava “Highlander”. Era una band che avevamo da un po’ di anni ma non in maniera costante, ogni tanto la “congelavamo” e poi la ritiravamo fuori di tanto in tanto. Abbiamo suonato per un paio di anni, poi abbiam fatto altro per un anno o due e poi tornavamo assieme, magari con altri musicisti. Ma l’ultima ripresa che abbiamo fatto fu nel ’95 e durò per un anno fino al ’96, quando finì perchè Wojtek e io andammo in tour coi Luciferion, che è la band death metal di Wojtek, mentre gli altri ragazzi si misero a fare altre cose.
Quindi agli inizi del ’98, Wojtek, io e Christian, il batterista, ci ritrovammo assieme e decidemmo di rimetteci al lavoro per perfezionare il vecchio materiale che già avevamo, finendolo, riarrangiandolo e rendendolo completo di modo da avere materiale per un album. Ci abbiamo messo circa un anno per queste cose, ma non avevamo ancora un cantante a quel tempo, così ci mettemmo alla ricerca e alla fine trovammo Daniel e registrammo un demo di due tracce.
Veramente, Daniel non era nella band all’epoca, perchè era in un altro gruppo. Ma era molto interessato al nostro materiale così registrò le due tracce con noi. Spedimmo quello e ricevemmo un buon feedback, finimmo quindi per firmare con la Music for Nations.
Quando finimmo le registrazioni ed ogni cosa fu fatta, e quando il CD stava per essere finito e pubblicato, quelli della label scoprirono che c’era già una band tedesca non molto famosa che faceva hard rock con il nome Highlander, e che avevano già fatto uscire 4 o 5 album. Così cambiammo nome.
Per curiosità, chi ha inventato poi il nome Lost Horizon e cosa ci sta dietro?
Io, Christian e Wojtek. Ci siamo messi a tavolino e ci siamo spremuti le meningi per trovare un nome che fosse appropriato.
Volevamo un nome che significasse qualcosa, proprio il significato stesso delle parole, e fosse anche un nome che suonasse bene.
Lost Horizon, per noi, significa l’orizzonte un tempo perduto (Once Lost Horizon, che è anche il nome del loro sito web, ndR) che stiamo riportando con la nostra musica.
Questo è il vostro secondo album, che cosa è cambiato dal primo lavoro?
Intendo sia dal punto di vista del lavoro in studio che da un punto di vista umano…
Beh, penso che fondamentalmente la differenza stia nella musica. Infatti il primo album suonava più anni 80, più roccioso, duro, mentre questo secondo album è più epico, e anche più melodico.
Penso anche che sia in definitiva più dinamico e più vario.
Anche il modo in cui è stato scritto il materiale è abbastanza differente: infatti col primo album cominci a scrivere le canzoni già al tempo dei demo, e hai molto tempo per lavorarci anche prima di avere un contratto discografico, mentre col secondo album hai fondamentalmente meno tempo per scrivere il materiale prima di entrare nello studio per le registrazioni, per cui avviene di più nello studio. Questa è fondamentalmente la differenza fra i due album.
Che cosa mi dici a proposito del genere che avete scelto? Negli ultimi anni il power metal e’ stato di sicuro il sottogenere di metal più diffuso e conosciuto nel mondo: non avete paura di passare in sordina in una scena così popolata?
No, assolutamente, davvero. Più che altro perchè non ci siamo mai sentiti parte di questa scena power, noi non siamo e non abbiamo mai voluto essere una band di power metal.
Noi non suoniamo power metal e, veramente, non ci piace che l’etichetta “power metal” sia appiccicata alla nostra musica. Il power metal è il power metal, ma quello che siamo noi preferirei chiamarlo solo heavy metal oppure true metal.
Penso che al giorno d’oggi ci siano due scuole di pensiero a proposito del significato di “epic” nel metal. Una, l’originale, quella classica, che si rifà a band come Manilla Road, i primi Manowar ad esempio, e l’altra invece più attuale e che vede in band come gli Hammerfall i suoi maggiori esponenti.
E se ti parlo di epic metal, tu a cosa pensi?
Beh, sì, ma se penso all’epic credo assolutamente a quello più Ottantiano, e ad essere sinceri noi non ascoltiamo nessuna band contemporanea che fa power metal o simile. In genere traiamo ispirazione dai film, dalle colonne sonore dei film, e alle volte addirittura da colonne sonore di videogiochi.
E a proposito del true metal? E soprattutto, del false metal?
Credo che quando parli di true metal e false metal ti stia riferendo alle parole di persone come Joey DeMaio dei Manowar, giusto? Beh, io credo fondamentalmente che il false metal sia tutto quel metal suonato senza sincerità, solo per diventare più famosi o conosciuti, per fare soldi.
Hai un altro lavoro?
Si, lavoro in una ditta informatica, faccio il programmatore.
Ok, siamo giunti al termine, ti lascio andare, grazie del tempo concessomi e rimettiti in forma presto eheh!
Ahah, speriamo!! Grazie a te e alla tua webzine, un saluto a tutti quelli che ci stanno leggendo!