“Malae Artes” è il nuovo lavoro degli italiani Macbeth, un disco interessante ma che trovo non del tutto riuscito (seppur prometta bene per il futuro della band). Quello che segue è il resoconto di un’intervista con il gruppo, un’intervista onesta in cui si parla dei pregi e dei difetti dell’ultimo pargoletto di questi ragazzi… a voi la lettura!
Ciao! Prima di iniziare volevo dirvi subito che “Malae Artes” non mi è per nulla dispiaciuto, ma che onestamente ci ho trovato degli aspetti che non mi hanno convinto, a proposito dei quali vi farò qualche domanda… per prima cosa però volevo chiedervi di raccontarci un po’ la storia della band… tra l’altro in occasione di “Vanitas” il vostro nome è girato un po’, ci dite qualcosa anche su come è stato accolto il precedente lavoro?
Si, dunque…la band si è formata nel 1995, due anni dopo abbiamo registrato la prima ed unica demo tape che abbiamo inviato alle varie etichette. Tra le proposte ricevute quella di Dragonheart records di Firenze era la più appetibile, per questo motivo abbiamo siglato il loro contratto. Nel 1998 abbiamo registrato l’album di debutto (Romantic Tragedy’s Crescendo) che attualmente ha superato le 12.000 copie vendute. Dati gli ottimi risultati Nuclear Blast records ci ha ospitato con due pezzi su Metal Dreams vol. 2, con Stratovarius, Helloween, Skid Row e Mr. Big e su Beauty in Darkness vol.4 con Tiamat, In Flames, Dark Tranquillity, Nightwish e i nostri compaesani Lacuna Coil. Nel 2001 abbiamo registrato “Vanitas” altro disco molto apprezzato che ci ha procurato diverse licenze in giro per il mondo tra le quali: Scarecrow per il Messico, Laser company/Rock Brtigade per il Brasile, Rock Empire per Taiwan e Art of Music Group per Russia e repubbliche baltiche. In Messico abbiamo registrato buonissime vendite e proprio lo scorso anno ci è stato proposto un tour da headliner, purtroppo saltato all’ultimo minuto…
Dopo un cambio di line up siamo arrivati a “Malae Artes” che si presenta come punto di svolta per la band, per lo meno secondo grosse testate che hanno ascoltato il disco…
Ci raccontate qualcosa sulla realizzazione di “Malae Artes”? E a cosa si riferisce questo titolo?
“Malae Artes” è il nostro disco più maturo. Le musiche e i testi sono diretti così come la produzione.
Il titolo è preso dalla tradizione latina, significa “arti infernali”. Nessun significato occulto, semplicemente fa da filo conduttore poiché il tema principale dell’album è quello del mentire…
Siete pienamente soddisfatti del vostro lavoro su questo album? Io sinceramente l’ho trovato un po’ “riuscito a metà”, ci sono canzoni che ho gradito parecchio ed altre che invece mi hanno convinto meno, mentre in altri casi ancora mi sembra che a dei ritornelli riusciti si accompagnino delle strofe non altrettanto “forti”… diciamo che mi sembra che promettiate bene per il futuro ma che ancora non abbiate trovato un vostro equilibrio… cosa ne pensate?
“De gustibus non disputandum est” dicevano i latini…per fortuna trovi discorde sia me che il 90% della stampa, nonché a giudicare da come sta andando la prima settimana di vendite, il pubblico (ride)
Tre quarti dei magazines europei dicevano che promettevamo bene per il futuro nel ’98…
Avete intenzione di continuare ad utilizzare l’elettronica? Ho apprezzato non poco gli inserti che si sentono, per esempio, all’inizio di “Nuda Veritas”o di “Miss Murderess”…
Si, certamente, tutti noi apprezziamo l’elettronica e probabilmente continueremo in questa direzione…
Che strada pensate di percorrere per il futuro? Personalmente mi sono piaciuti di più i pezzi più movimentati e trascinanti (anche quasi ballabili e un po’ “tamarri”) come “Miss Murderess” o “My Desdemona” rispetto ai brani meno “allegri” come “Down-hearted” o “Dead And Gone” e non disprezzerei vedervi sbilanciare, coi prossimi lavori, nella direzione della prima parte del disco…
Molto probabilmente sarà così; i pezzi piacciono sia a noi che ai nostri fans, e questa cosa l’abbiamo capita non appena abbiamo proposto i brani dal vivo…si vede che siamo tutti un po’ “tamarri” in fondo!
Mi sembra che nella vostra musica ci siano diverse influenze da parte di gruppi tipo i Lacuna Coil o gli Evanescence, era vostra intenzioni rivolgervi ad un pubblico simile al loro? E cosa pensate di queste band (che, diciamolo, a me non dispiacciono) e dell’interesse che stanno suscitando in ambito mainstream?
Suoniamo ciò che sentiamo più vicino a noi. Le band che hai nominato hanno un suono contemporaneo e noi siamo contemporanei… Mi piacciono parecchio soprattutto i Lacuna Coil, anche se un ascoltatore attento e critico noterebbe immediatamente che non centriamo nulla con le altre band. I MACBETH hanno un loro suono.
A proposito di ispirazioni, quali sono le cose che vi ispirano di più? Non parlo solo di band e musica, ma anche di libri o luoghi o situazioni… quello che vi “smuove” in generale, insomma…
La vita quotidiana principalmente…situazioni, eventi della vita. Ovviamente anche libri, films sono fonti necessarie.
Sarò sincero, ho trovato “How can Heaven love me” decisamente pacchiana… ho letto che è una cover di un pezzo di Sarah Brightman (che conosco giusto per la sua versione di “Con te partirò”), non so come sia il pezzo originale ma trovo che questo rifacimento sia uno dei momenti deboli del cd… come vi è venuto in mente di coverizzare questa canzone? E perché questa cover la ritenete abbastanza interessante da pubblicarla?
Siamo sempre nel campo del soggettivo…il pezzo è parecchio apprezzato da critica e fans, anche perché è una song molto impegnativa. Il pubblico che interessa a noi ha una mente aperta.
Credo che i musicisti si debbano sentire più liberi e non temere per la propria creatività…
Comunque ascolta anche l’originale perchè è un ottimo brano (ride)
Come nasce una canzone dei Macbeth? E come nasce il testo di una canzone dei Macbeth, e quanto è importante per voi?
Certamente, i testi sono molto importanti… Diciamo che diamo 33% d’importanza a musiche, testi e immagine.
Solitamente componiamo io e Max con il supporto del tastierista, poi arrangiamo il tutto insieme in sala prove.
In ambito gothic si dà generalmente una certa importanza all’immagine… quanto è importante per voi l’apparenza?
Certo come per tutte le cose l’immagine è fondamentale che lo si voglia o meno…
Anche noi diamo moltissima importanza a tutto ciò che riguarda l’immagine.
La prossima è una domanda di rito quando si intervista una band italiana… cosa ne pensate della scena musicale (metal e non metal) della nostra nazione?
L’Italia è quel che è…ed è così in tutti i campi. Si fanno le cose per tornaconto in modo assolutamente non professionale. Per la scena musicale è la stessa cosa. Interessi economici e “simpatie” muovono le cose.
Non c’è collaborazione e non c’è rispetto, nè tra bands né tra gli operatori del settore.
Avete intenzione di fare un tour in giro per lo stivale?
Si, suoneremo nelle principali città italiane, quindi gli interessati possono informarsi sul sito ufficiale per avere tutte le informazioni utili. Mi raccomando non perdetevi i prossimi concerti!
Cosa ne pensate di internet come mezzo per diffondere la vostra musica? Mi riferisco non solo all’utilizzo degli mp3, ma anche al lavoro delle webzine, dei forum, ecc ecc…
La critica che può fare un musicista allo scambio di mp3 è scontata. Quando ti ritrovi l’album in rete un mese prima che esca ti accorgi del danno economico che potresti subire…
Quindi ragazzi, Malae Artes compratevelo originale; prima di tutto perché è un bellissimo disco e secondo perché l’artwork è eccezionale e utile per capire il senso della nostra proposta musicale!
Per quanto riguarda forum o webzines il discorso cambia. Sono un arma a doppio taglio poiché spesso i giornalisti o “critici” non sanno nemmeno di preciso quante corde può avere una chitarra e con rispetto parlando per noi musicisti è francamente umiliante.
Comunque sia, l’importante e che se ne parli…che dicano bene o male della tua band, sei al centro dell’attenzione in quel momento!
Se c’era qualcosa che volevate dire e che non vi ho chiesto, ditela pure ora…
Visitate assolutamente il nostro sito. Tra poco ci troverete delle sorprese…
Siamo giunti alla fine, spero che abbiate apprezzato l’intervista, ora potete salutare come preferite i lettori di Heavy-metal.it !
Grazie per lo spazio concesso e grazie a chi supporta la musica dei MACBETH! Non saremmo nulla senza di voi (ride)