“Malae Artes” è il terzo lavoro per gli italiani Macbeth, e nonostante di solito si dica che il parto numero tre dovrebbe segnare la maturità di una band, trovo che in questo caso ancora la maturità non sia stata raggiunta… Il disco di cui vi sto parlando l’ho trovato infatti interessante, ma non del tutto riuscito. Un po’ perché certe canzoni mi hanno convinto molto più di altre (mentre altre ancora hanno magari dei ritornelli riusciti ma il resto non mi è sembrato all’altezza), un po’ perché spesso serpeggia tra i solchi del cd una sensazione di già sentito (ho pensato diverse volte “questa cosa mi ricorda gli Evanescence” o “questo pezzo mi fa venire in mente i Lacuna Coil”, per dire). La musica dei Macbeth è, come ormai avrete potuto intuire, un gothic moderno che si stacca dagli aspetti più estremi del genere per avvicinarsi alla frangia più commerciale. Ci sono pezzi come “Lifelong hope” che fanno pensare un po’ al love metal e pezzi più movimentati ed “allegri” (quasi ballabili, anche per via dell’utilizzo dell’elettronica) come “My Desdemona” e “Miss Murderess” (due canzoni piuttosto riuscite nel loro essere un po’ “tamarre”, soprattutto i cori finali della seconda mi sono piaciuti… trovo che questi due brani siano i migliori del disco), abbiamo poi dei pezzi meno “divertenti” (che mi sembrano meno riusciti, a parte l’atmosferica “Keep the secret” che invece non è malaccio) come “Down-hearted” e “Dead and gone” e persino una cover (che sinceramente trovo bruttina nella sua esagerata pacchianaggine) di “How can Heaven love me” di Sarah Brightman (che forse conoscerete per la sua versione di “Con te partirò” di Bocelli).
Insomma, in conclusione ho trovato il disco piacevole da ascoltare (e per questo gli ho assegnato una sufficienza abbondante) ma anche gravato da alcuni difetti. Ora resta da vedere come sarà il prossimo lavoro, ho infatti l’impressione che i Macbeth in futuro potrebbero sfornare un gran bel disco di gothic “easy listening” (nel frattempo gli appassionati del genere potrebbero fare un pensierino a “Malae Artes”, ma magari prima dell’acquisto è consigliabile un ascolto preventivo)…