Ancora una volta la città di Genova riesce a sfornare una band degna di nota; stiamo parlando degli A Mad Game, band che fonde il grunge tipico dei Pearl Jam ad impronte rivolte più verso il metal ed il funk.
Dopo l’omonimo cd che vedeva in formazione Andy dei Sadist al basso ed Andrea Parigi alla batteria, la band rinnovò la line up definitivamente con il primo full lenght “Stand Up”, mantenendo sempre Julian alla voce ed alla chitarra ma “acquistando” al basso Alessio Rasore e riprendendo alla batteria il primissimo drummer nella storia della band, Massimiliano Ronchi.
Il sound rispetto al primo mini cd è decisamente migliorato, adesso è molto più definito e diretto al punto, con le sue melodie incessanti ed i suoi sfoghi più sinceri rappresentati a meraviglia da ottimi brani come la title track “Stand Up” o la più sfrenata “Take Me Down”. Con questo debutto di tutto rispetto, il sound del gruppo ha ritocchi originali in grado di creare un’atmosfera intorno al brano che, pur portando alla mente le influenze dei Pearl Jam (anche grazie alla incredibile somiglianza di timbrica di Julian), riesce a dimostrarsi innovativo mostrando continui cambi strutturali.
Ciò che andiamo oggi a recensire è l’anteprima del secondo, atteso album, introdotto qui dai due singoli “Hurt” e “Romeo”, comprendenti alla chitarra solista il nuovo membro della band Dario Zampatti. La prima traccia, dopo un inizio movimentato si va a stabilizzare su una strofa più statica durante la quale è la voce a farla da padrona sulle ritmiche piene ed intricate degli altri tre musicisti, sino a quando il ritornello non si fa più sostenuto e la potente timbrica di Julian viene rafforzata da una seconda linea vocale che riprende più slanciata che mai dopo un interessante solo di Dario per poi terminare in un breve arpeggio.
Con “Romeo” invece, si ha sin da subito una ritmica portante che nuovamente si stabilizza per dar vita ad un crescendo di energia caratterizzante il chorus molto coinvolgente ed orecchiabile durante il quale la voce prende toni più energici. E’ in generale una traccia molto incisiva che, come anche la precedente, riesce a dare importanza al ruolo di ogni musicista, nessuno escluso.
Chiaramente non posso giudicare un album ascoltando solamente due brani, ma senza dubbio, se seguirà la scia di questi singoli, sarà un’uscita molto interessante che consiglio caldamente ai fan di questo tipo di sonorità. Con questa buona anticipazione a carico attendiamo curiosi l’uscita dell’album intero, nel frattempo, se vi dovesse capitare, non perdeteli live perché vi posso assicurare che valgono la pena di essere ascoltati.