Il ritorno dei Magnum non è qualcosa che passa inosservato. Dopo la reunion avvenuta nel 2001 a cui hanno fatto seguito i sottovalutati “Breath Of Life” e “Brand New Morning” (a giudizio di chi scrive quest’ultimo resta invece un grandissimo disco), la band capitanata dal folletto Bob Catley e dal grande songwriter/chitarrista Tony Clarkin si è rifatta viva con lavori immensi del calibro di “Princess Alice And The Broken Arrow” e, soprattutto, il penultimo “Into The Valley Of The Moonking”. Ma i tempi erano maturi per dare un seguito proprio a questo lavoro e così arriva alle porte di questo 2011 appena cominciato arriva il nuovissimo “The Visitation”, disco che ha l’arduo compito di mantenere le alte aspettative dei suoi predecessori. Ed allora diciamolo sin da subito: “The Visitation” è un bel disco, ma ovviamente se paragonato ai lavori del primo periodo (i capolavori “Vigilante”, “On A Storyteller’s Night” e “Wings Of Heaven”) del gruppo perde, e pure parecchio. Però è giusto contestualizzare: dai Magnum del ventunesimo secolo non ci si può aspettare di più e, se questo album fosse stato realizzato da parecchi altri gruppi più importanti di loro, non si sarebbe esitato a chiamarlo capolavoro.
Ed allora pensiamo che siamo nel 2011 e che i componenti del gruppo viaggiano sulla sessantina e prendiamo in considerazione la concreta idea che lo smalto di un tempo non tornerà, almeno compositivamente parlando. Per carità, alcuni episodi si elevano decisamente al di sopra alla media, come per esempio la lunga “Freedom Day”, che vede tastiere e voce sugli scudi per un brano dall’alto tasso epico con un Bob Catley letteralmente in stato di grazia, ma per il resto ci si assesta su livelli medi.
In ogni caso, i brani che compongono l’ora scarsa di “The Visitation” si fanno ascoltare e, complessivamente, vanno a dar forma ad un disco che raggiunge un’ampia sufficienza meritatissima. Ora la palla passa al pubblico: se siete tra quelli che hanno adorato il primo corso della band, quello pre-scioglimento, per intenderci, allora temo che sarete un po’ delusi da questo ultimo disco, mentre se gli ultimi lavori a firma Magnum vi sono piaciuti, allora non esiterete a far vostro anche questo. Come al solito è consigliabile un ascolto preventivo prima di passare alla cassa a pagare.

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