A distanza di qualche anno da “A Whisper Of Dew” ritornano i Mandragora Scream con questo “Madhouse” e tutto sommato le cose non sono cambiate molto. La band propone infatti ancora una volta un gothic molto teatrale ed atmosferico caratterizzato da un massiccio uso di tastiere e di “effettistica orrorifica” e da un cantato femminile che si discosta decisamente dalle solite voci angeliche, risultando invece più ruvido e mascolino. Anche dal punto di vista delle tematiche il gruppo italiano resta ancorato al passato, continuando a frequentare l’immaginario vampirico (del resto i Cradle Of Filth, fermo restando che i Mandragora Scream sono più darkeggianti e meno estremi, sono sicuramente un’influenza importante e non solo a livello di tematiche, come sta a dimostrare anche “Dark Lantern”, che deve sicuramente molto al gruppo appena citato) che hanno già ampiamente esplorato precedentemente. A mio avviso questo forte legame col passato è un po’ un’arma a doppio taglio, se infatti gli appassionati della band molto probabilmente apprezzeranno anche questo nuovo “Madhouse”, tuttavia trovo che questo lavoro soffra un po’ degli stessi difetti di cui soffrivano anche i dischi precedenti. Anche in questo caso quindi ho avuto la sensazione che le varie tracce siano un po’ troppo omogenee e simili l’una all’altra, col risultato che l’ascolto di tutto il disco in un’unica sessione mi ha provocato dei cali di attenzione, mentre invece i brani ascoltati singolarmente mi hanno fatto un’impressione migliore e ho notato di più le loro particolarità (la stessa cosa mi era successa col precedente “A Whisper Of Dew”). Oltre a questo ancora una volta mi è sembrato che la musica proposta dai Mandragora Scream sia piacevole, ora ancora più che in passato, ma non veramente capace di colpire in profondità (o almeno di farlo con me).

Alla fine comunque se avete apprezzato i lavori precedenti della band quasi sicuramente apprezzerete anche questo “Madhouse”, probabilmente il disco migliore rilasciato dai Mandragora Scream finora, tuttavia non aspettatevi un album sconvolgente. Avevo concluso la recensione di “A Whisper Of Dew” dicendo che mi sembrava che la band avesse un certo potenziale non sfruttato, purtroppo non ho trovato in “Madhouse” quella maturazione che mi aspettavo pur non reputandolo per nulla un brutto disco. Peccato.

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