I Manowar, si sa, sono dei simpatici ragazzoni, che credono seriamente nel loro fenomeno fatto di muscoli, fierezza \”maschia\” e metal. A distanza di quasi trent\’anni hanno perso un bel po\’ di smalto in sede compositiva e vocale, l\’età avanza e non si può essere sempre ottimi in studio. Cosa diversa sul palco, dove i loro concerti sono autentici spettacoli. Dicevo, se al giorno d\’oggi non si sa più cosa inventarsi per interessare i sostenitori meglio un attimo di pausa, meglio ragionarci un po\’ di più per dei nuovi brani. Piuttosto perchè non ripercorrere i grandi classici che vengono sempre chiesti ai concerti? Perchè ancora meglio non rifare completamente un intero album? Rimasterizzarlo? No troppo banale, risuoniamolo, ri registriamolo ex novo. Detto, fatto.
I mezzi, ai nostri non mancano e ritornano nei negozi quella manciata di brani del debutto, così come suonerebbe oggi. Ma ne siamo proprio sicuri? In parte si, in parte no.
I suoni sono moderni, la registrazione è spettacolare, assolutamente efficace e dà una nuova dimensione ai brani. Ma nulla di più. Il restyling è ben riuscito, eccezion fatta per Eric Adams che non è più un giovanotto, e si sente. I vocalizzi sono meno efficaci, anche se è evidente la maturità con cui canta rispetto al passato.
Personalmente ritengo Battle Hymns 2011 una bella rilettura, cui manca molta rozzezza e quell\’entusiasmo tipico di un gruppo agli esordi. In definitiva un ottimo omaggio per i fan.

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