L’ennesimo vulcano che erutta sui resti di un’antica città in uno scenario post-apocalittico funge da artwork per l’ennesimo EP, dell’ennesima band che scimmiotta, per l’ennesima volta, gli Slayer con buone qualità e buon mordente ma riproponendo sempre lo stesso brano ascoltato migliaia di volte. E’ così, anacronistico e scontato, ‘Creations Undoing’ secondo trascurabile EP dei Mass Extinction che segna l’esordio della band su Underground Movement. I sei ragazzi irlandesi si esibiscono in tre inediti più una cover (Kill On Command dei Vio-Lence) che, citando in copia carbone quanto fatto vedere dalla band di King e dai Nuclear Assault di un tempo, può piacere una volta nella migliore delle ipotesi, per poi riuscire a stancare nel giro di una ventina di minuti. Chi sta pensando ai tempi serratissimi e monotoni, assoli fulminei presi a piene mani da ‘Reign In Blood’ messi al posto giusto ed un approccio vocale gracchiante e senza presa non si sbaglierà di una virgola. Occorre ripetere la solita poesia? Pronti via: la tecnica c’è, la produzione e buona ma manca tutto il resto. In un contesto come questo, il fatto di essere di fronte ad un mini di soli quattro pezzi non costituisce una scusante ma aggrava ancor più il quadro, dando un’indice di monotonìa e prevedibilità che si respirano. C’era davvero bisogno dell’ennesimo disco magico in cui, ascoltato un brano, si riesce a prevedere tutto ciò che segue? Avanti il prossimo.