Chi ha letto il genere proposto da questo gruppo ed ha proseguito passando a queste mie parole per capire se il disco possa piacergli o meno deve fare solo un ulteriore passo, uscire di casa (o telefonare al suo fornitore di fiducia) e comprare alla svelta il CD: non siamo ancora arrivati a metà dell’anno ma non ho nessun dubbio nell’affermare che quest’album sarà tra le migliori uscite del genere del 2002.
Immaginate un mix di Toto, Survivor, Foreigner, Journey, Mr Mister, The Storm e sarete arrivati molto vicini al sound proposto dai Mecca: purissimo, incontaminato e regale AOR, ricco di solari armonie, azzeccatissime melodie e arrangiamenti capaci di piegare, ne sono sicuro, perfino i più accaniti denigratori del genere e coinvolgere del tutto, e magari definitivamente, i meno appassionati.
Il CD parte con la sostenuta “Velocitized”, un brano scritto da Jim Peterik e Frankie Sullivan e che doveva apparire sul seguito di “Too Hot To Sleep”, ultimo album dei Survivor. Nonostante l’età il brano è fresco e attuale, con una splendida melodia ed un chorus che riuscirà a farvi odiare da chi vi sta vicino perché vi si stamperà in mente e continuerete a canticchiarlo per ore. Ottima la prova di Frederiksen. “Without You” vede per la prima volta al microfono Joe Vana, vocalist meno aggressivo e rock del precedente ma perfetto per l’eccellente AOR proposto dal pezzo. Grandissimo arrangiamento e cori sublimi, come da anni purtroppo non si sentivano. A seguire “Can’t Stop Love”, unica traccia in cui troveremo alternarsi alla voce Vana e Frederiksen. Il brano parte in sordina con una chitarra acustica per esplodere ben presto in tutta la sua bellezza: una vera gemma AOR e uno dei miei pezzi preferiti dell’album. “Silence Of The Heart”, di chiaro stampo Toto, ci offre una bellissima prova di Vana, una ballad mid-tempo impreziosita da un ottimo lavoro di chitarra e tastiere. Con “You Still Shock Me” riaffiorano i Survivor e torna a svettare la magica voce di Fergie Frederiksen e, nei limiti consentiti da un disco del genere, la chitarra di Aquino.
Con la sesta traccia siamo già al giro di boa, ma solo da un punto di vista numerico dal momento che l’omonima “Mecca” non si discosta di una virgola dallo stile e dalle melodie fin qui regalateci dal gruppo. Un brano fantastico che insieme alla successiva “Wishing Well”, traccia up-tempo in perfetto AOR anni ’80, non potrà non richiamare alla vostra mente i Toto. “Close That Gap”, prima ballad del disco, è un altro dei miei brani preferiti. Interpretazione molto sentita da parte di Joe Vana e arrangiamento molto curato su cui spiccano senza dubbio su tutto i cori di Thom Griffin e John Melnick. “Blinded By Emotion” mi ricorda tantissimo i Bad English, soprattutto l’inizio del brano. E’ una traccia dal chorus un po’ strano ma decisamente efficace che risolleva il tono del disco negli ultimi brani un po’ affievolitosi. “Falling Down” chiude stupendamente quest’incredibile CD riportando a galla nella nostra memoria i Mr Mister e regalandoci l’ennesima perla: ascoltate il brano e avrete la definizione perfetta di AOR.
Vi ho detto che “Mecca” sarà sicuramente a fine anno in tutte le Top Ten dedicate al genere e avrete capito dalle mie parole che non c’è una sola canzone che possa definirsi inferiore alle altre, cos’altro posso aggiungere per convincervi considerando anche che ormai ho utilizzato tutti gli aggettivi di mia conoscenza? Siete ancora lì davanti al monitor?