Di solito i musicisti si scervellano per trovare un nome adatto al proprio gruppo, o progetto, in modo da poter essere identificato più o meno facilmente. Questo ovviamente non è il caso dei Metal Majesty in quanto il progetto dell’unico membro ufficiale, Valensia Clarkson, è tutto fuorchè quello che mi sarei aspettato. Dal nome avrei potuto scommettere che sarebbe stato l’ennesimo gruppo di power metal sinfonico, ma è stata grande la sorpresa quando ho premuto play nel mio stereo. I Metal Majesty suonano i Queen, nel senso che i brani sono assolutamente derivativi della band inglese, ma non solo. Valensia non fa certo un mistero della sua passione per il gruppo di Freddy e soci (Freddy lives forever!), tanto da aver pubblicato lo scorso anno un intero album dedicato a loro dal titolo inequivocabile: Valensia – Queen Tribute.
La cosa più interessante è sicuramente il fatto che Valensia non soltanto si ispira a Freddy, o meglio lo copia spudoratamente, ma riesce quasi ad imitarlo in “We Rocked” e in “Ready To Roar”. Certo, non tutti i brani sono così palesemente scopiazzati; “Hold On The Night” presenta un ritornello preso a prestito dall’album Astra degli Asia, ma con delle chitarre decisamente prive di senso, o per lo meno suonano malissimo.
“Burying Heather” invece si ispira agli Yes più orchestrali, ma sempre con una significativa spruzzata di Queen. In “Hell Hounds On My Trail” ho avuto l’impressione che Valensia abbia voluto unire Europe e Skid Row ottenendo un risultato molto particolare; carina poi, la veloce “Aurelia’s Night” con dei grandi cori anni 80 di sicuro effetto.
Valensia, o se preferite i Metal Majesty, riesce a riproporre in un unico album buona parte della musica hard rock degli anni ottanta, come se fosse una raccolta, ma molto particolare dato che in uno stesso brano potrete trovare riferimenti ai vostri gruppi preferiti; e ad ogni ascolto ne riconoscerete qualcun altro.
Tutto questo tenendo sempre presente una forte ed evidentissima base di “Queen sound”. Potrei quindi definire Valensia come il DJ dell’Hard Rock. Album non fondamentale ma che vi farà sicuramente passare quarantacinque minuti di puro divertimento.