Sono passati ben diciasette anni dalla pubblicazione del Black Album, il lavoro forse più importante in assoluto dei Metallica, nonchè quello che li ha resi famosi. Quell’album è stata la fortuna e la sfortuna del combo: qualunque singolo, album, video, concerto vende come non mai grazie ad un pubblico conquistato attraverso MTV perdendo lo zoccolo duro di sostenitori. Si guadagna in ragazzini cresciuti ascoltando, o meglio vedendo, la musica in TV.
Tutto questo successo ha reso il gruppo completamente privo di una qualunque ispirazione, musicalmente annoiato e con la voglia solo di suonare quello che vende; meglio quattro riff in croce con una chitarra distorta, soli ridotti al minimo, batteria stile registrazione casalinga per entusiasmare chi pensa che il metal sia solo un tipo di suono sporco che esce da una chitarra.
A poco sono serviti album pessimi quali Load, ReLoad, St.Anger al gruppo se all’indomani della pubblicazione di un fantomatico ritorno al “Black Album”, con ritorno agli esordi ci ritroviamo un album che suona falso come non mai.
La produzione sporca, quasi a voler ricreare un suono del passato che non esiste più, è ridicola con una batteria che neanche il gruppetto sotto casa riuscirebbe a registrare così male. La cosa simpatica, se vogliamo, è che tutto è voluto, e non se ne capisce veramente il motivo.
Le canzoni sono uno pseudo rock travestito da uno pseudo thrash. Il solismo spettacolare di Hammett? Semplicemente minimalista e banale; la voce di Hetfield sempre meno incisiva e graffiante. Ammetto che i vecchi fan non riusciranno a farsi piacere granchè questo lavoro, a meno di considerare Death Magnetic un album di un gruppo che si chiama Metallica solo di nome e che resuscita il logo originale solo per marketing, dopo i pessimi esperimenti dei loghi precedenti.
Che dire? C’è di meglio in giro, molto di meglio e tanti gruppi onesti.