Dopo l’introduzione pomposa di “Praying For Confession”, il nuovo album dei Mind’s Eye “A Gentleman’s Hurricane” ci introduce nel solito universo prog al quale la band ci ha abituato da anni.
Arrangiamenti sfarzosi, soluzioni articolate e massicce dosi di melodia hanno sempre fatto parte del dna della band, completamente a proprio agio nel comporre materiale che sia perfettamente collocabile al crocevia tra prog puro e melodic metal. Anche questa volta, e da questo punto di vista, i Mind’s Eye raggiungono l’obbiettivo, sobbarcando il nuovo a “Gentleman’s Hurricane” di refrain accattivanti, metriche cerebrali ed arrangiamenti eleganti e raffinati. Rispetto al recente passato, però, la compagine europea si presenta sulle scene con un prodotto non convincente al 100%, in cui compaiono anche brani anonimi e piuttosto evitabili come “AssassiNation” e “Skin Crawl”. Il rammarico, a questo punto, è vedere finalmente riconosciuta l’importanza dei Mind’s Eye all’interno della scena (lo dimostrano le collaborazioni importanti presenti in questo lavoro) coincidere con il lavoro meno qualitativo ed ispirato della loro carriera. D’altra parte, per una band come i Mind’s Eye, parlare di cd meno riuscito significa inquadrare un prodotto discografico sicuramente al di sopra della media delle altre produzioni prog, con tutte le conseguenze del caso ovviamente. “Hell’s Invitation”, ad esempio, rispecchia fedelmente il prototipo dell’ottimo brano, con una struttura sincopata che esplode in un ritornello dal sicuro effetto emotivo. Particolari, poi, “The Hour Of Need”, breve ed intenso episodio in cui compare la cantante delle Crucified Barbara Mia Coldheart e la bellissima e malinconica “Those Who Fear”, in cui invece partecipa l’ottimo Tommy Denander e che sarà disponibile solo per il mercato giapponese in veste di bonus track. Non mancano, dunque, momenti di intensa emozionalità in questo “Gentleman’s Hurricane”, al solito prodotto in maniera molto professionale e presentato nel migliore dei modi da una stupenda cover-artwork. Non tutti gli ottanta minuti presentati, però, hanno il grande pregio di tenere alta l’attenzione sull’operato della band, ridimensionando un po’ tutto il valore generale dell’opera e la sua riuscita finale. Un’occasione sprecata, da parte dei Mind’s Eye, che con questo “Gentleman’s Hurricane” potevano sicuramente dimostrare qualcosina in più…
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