Il power è un genere musicale che da un po’ di anni a questa parte sembra tirare la corda ed andare avanti senza idee così innovative e ci sono praticamente solo più i vecchietti a tirar fuori qualcosa di ascoltabile. Forse gli unici che sono riusciti, almeno con i loro primi dischi, a fare recentemente qualcosa di più personale all’interno di questo genere sono stati i Dragonforce. Per carità, ci sono formazioni come i Firewind che riescono a tenere alta la fiamma del metallo più veloce e melodico, ma ben pochi seguono il loro esempio. Parlando dei greci Minuetum i Firewind non vengono citati a caso, visto che troviamo in veste di produttore ed ospite proprio il loro chitarrista/tastierista Bob Katsionis. Purtroppo, però, la proposta del quintetto ellenico non è così innovativa o particolarmente ispirata da far gridare al miracolo e, se da un lato abbiamo comunque delle buone performance per quanto riguarda il reparto strumentale, dall’altro il cantante Dimitris Zacharopoulos non convince appieno con un timbro che spesso risulta fuori luogo ed inadatto alla veste che ricopre. Tale particolare si fa sentire non poco sull’economia del disco e, se a ciò aggiungete una pronuncia dell’inglese non propriamente accademica, la frittata è fatta ed otterrete un lavoro appena sufficiente, nulla più.
Quello su cui dovrebbero ragionare i Minuetum è quanto spazio possa avere una proposta come la loro all’interno di un panorama così intasato come quello del metal di oggi. La risposta credo sia stata già data nelle righe precedenti e, nonostante “Haunted Spirit” non sia un disco brutto, non è sufficiente per emergere a dovere dall’underground che ha fino ad ora confinato questi cinque musicisti greci. Ci vuole qualcosa di più, più cuore per potersi permettere delle scelte stilistiche che guardano al passato. Quello che manca è la grinta, la passione bruciante degli esordienti, fatta fuori dalla fretta di buttare sul mercato un prodotto, di qualsiasi qualità esso sia. Così il metal è destinato a scomparire, siete avvisati…