Immaginate un cocktail composto da cinque musicisti bravi e coesi, che cantano in italiano ( tutti brindisini), con testi alla Litfiba (e riff ovviamente alla Ghigo Renzulli) e la voce dei Negramaro. Bene, ne otterrete i Missiva.
Cosa ci propongono? Dieci brani il cui testo a volte è inestricabile ma sempre molto profondo, coerenti, vivaci e vari. Lo stile si rifà molto alla band fiorentina, una delle migliori espressioni del rock italiano in assoluto. Chitarre impegnate e complesse, aspre e dirette, utilizzo di sinth e programming dove necessario, song piacevoli e ritornelli orecchiabili che certamente renderanno il meglio dal vivo. Unica pecca di questa uscita una produzione non troppo all’altezza, con gli strumenti che a volte si coprono l’un l’altro, con batteria a volte un po’ troppo presente e basso invece purtroppo un po’ coperto, con i cori non troppo amalgamati alla voce principale. Peccati veniali, nulla di catastrofico. Ottima l’opener “Dritto negli occhi”, con inizio blues e ritornello piacevole, così come molto valide sono “Controvento” e “Sospeso”, chiaro inno contro il mondo della droga.
“Il Mio Più Grande Fallimento” è una canzone lenta ricca di emozione. mentre di qui in avanti l’album scorre via sui binari posizionati in precedenza (“La Mia Anima E’ Obesa” è eccezione, una song particolarmente carica di grinta), senza arrischiarsi in esperimenti e variazioni sul tema… peccato però perchè in queste dieci tracce c’è davvero un insieme di spunti interessantissimi… Che il futuro rock italico passi anche da Brindisi?