Chi lega indissolubilmente il nome dei Moonspell ad “Irreligious”, senza doverosamente onorare il disco che ha consegnato la band portoghese al grande pubblico, si perde un capolavoro immenso come quello oggetto di tale recensione. Ciò che colpisce al primo contatto sia visivo che acustico con questo album è il fascino che ne traspare: l’approccio vocale, le atmosfere, le liriche e qualunque altro particolare sono accomunati da uno spirito magnetico inspiegabile verbalmente ma subito chiaro al primo “incontro” con questa stupenda opera. Le composizioni che riempiono “Wolfheart” vanno ben al di là di un ordinario gothic metal fatto di atmosfere cupe, riff cadenzati monocordi farciti da testi tratti da un manuale dell’inquietudine.
Questo esordio mostra senza mezzi termini tutto il talento di una formazione che, per come riesce a rimanere unica ed originale comunque rispettando (e in più ampliando )i “dogmi” del proprio genere, rimarrà per sempre nella storia del metal. “Wolfheart” riesce, infatti, ad arricchire il solido e mai banale background malinconico con elementi diversi ma ben interfacciati tra loro. Il platter è costellato alternarsi di sfuriate simil death alternate a melodie che rendono subito chiara l’idea del peso che le origini geografiche del gruppo hanno avuto sulla composizione del lavoro. In ogni brano, infatti, l’ascoltatore con mezzi diversi viene piacevolmente trasportato ad assistere in prima fila ad una calda notte di luna piena portoghese. Non è un caso se il nucleo sia formale che musicale del disco, quello che lo rappresenta in tutta la sua essenza, sia rappresentato in successione dalla strumentale “Lua D’Inverno” e dalla folkloristica “Terrabruna” in cui con lyrics in madrelingua la band tributa una vera e propria dichiarazione d’amore alla propria terra forgiando qualcosa che in seguito non sarà mai stata in grado di emulare in suggestività. La melodica intro incantatrice di tastiera s’incrocia più volte con la profonda ed affascinante voce di Langsuyar per poi esplodere nel veloce break finale che da solo vale l’acquisto dell’album.
Limitativo sarebbe affermare di trovarsi al cospetto di un must del genere perchè come già detto ‘Wolfheart’ riesce a spingersi ben oltre un set di soluzioni da esso prefissate. Un disco che se vissuto, capito ed interpretato nell’ottica giusta è capace di regalare emozioni tali da rendere chiara, anche a chi non è abituato ad un certo tipo di sonorità, tutta la trasparente classe dei Moonspell che dal primo all’ultimo minuto attira, incanta e si appropria di chiunque vi si accosti.