Atteso ritorno per una band che non avrà certamente nulla di nuovo da dire, ma che fa comunque la sua porca figura in ambito punk rock/metal. Prendendo in prestito tematiche care ai Misfits oltre che al Glen Danzig d’annata ed un approccio proprio dei migliori Frankenstein Drag Queens From Planet 13, band di cui il cantante Wednesday 13 faceva parte, i Murderdolls confezionano quello che vorrebbe essere un disco esplosivo, un pugno dritto in faccia, ma che si rivela non eccessivamente ispirato già a partire dalla canzone d’apertura. Se “Beyond The Valley Of Murderdolls” dava una ventata di freschezza ad un sound vecchio almeno 30 anni, “Women And Children Last” riesce quasi a bissare il suo predecessore giusto in un paio di episodi come “Nowhere” e “Summertime Suicide”, ma per il resto si assesta su livelli abbastanza mediocri. Stranamente quelli che suscitano più attenzione sono gli episodi più smaccatamente punk rock rispetto a quelli più riffati e dal retrogusto tipicamente metal, forse anche a causa di un batterista non preparato per affrontare ritmiche più dure e veloci senza l’abuso di soluzioni banali. Ecco, l’aggettivo per descrivere al meglio il ritorno dei Murderdolls sulla scena è “banale”, un disco con pochi spunti veramente interessanti ed avaro di quella potenza che si riscontrava, forse grazie alla novità del progetto, nel debutto del 2002.
Peccato, perché le qualità espresse all’interno del precedente lavoro erano più che positive e sentire una versione così poco incisiva di quelli che vorrebbero essere (e magari dal vivo lo diventano pure, per carità) dei veri e propri anthem fa male a chi aveva guardato con favore il futuro di un progetto collaterale di due figure agli antipodi della scena metal, cioè Wednesday 13 e Joey Jordison. Finché gli Slipknot rimarranno in pausa forzata per ammortizzare il lutto del bassista Paul Gray ci dovremo accontentare di questo sfogo creativo. Un’occasione mancata.

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