Rieccoli… rieccoci!
I My Dying Bride… Gli abissi dell’anima si riaprono, l’infinito vuoto interiore è pronto ad esplodere di nuovo, la vostre passioni verranno torturate dalla solitudine, la vostra sposa morente è pronta per condurvi in un altro triste, rassegnato viaggio. Siamo giunti a otto! Otto album, otto tasselli che hanno scritto la storia del metal.. quello più triste, quello più disperato, quello più malinconico, quello più profondo, quello più sentito, quello più malato, quello più cattivo, quello più morboso, quello più vivo.
I My Dying Bride sono il gruppo che non ha mai avuto paura di mostrare il lato più oscuro e perverso delle emozioni umane, vivendole con passione e morbosità.. ed ora nell’opener “The Wreckage Of My Flesh” Aaron canta: “I cannot find my faith, nothing said is true, nothing said is new, fly away my hope”. Ed è morire… abbandonare ogni passione, lasciare che la cupa rassegnazione che domina questo disco invada il nostro cuore di una desolante pace, di una eterna e sconsolata solitudine che bisognerà per forza di cose accettare.
Ma forse a molti di voi interesserà semplicemente sapere come suona il nuovo nato e, se non lo aveste già capito, Songs Of Darkness, Words Of Light è l’ennesimo capolavoro (il settimo consecutivo) che suona fottutamene My Dying Bride al 100%, e se avete amato il percorso intrapreso con “The Light At The End Of The World” adorerete anche questo disco. Un disco ben farcito con melodie che rendono più digeribile l’ispirazione totalmente doom che ha portato alla composizione degli otto capitoli che compongono il cd.
Ci troviamo di fronte al disco più cupo che gli albionici abbiano mai scritto, più cupo di “As The Flowers Withers” forse anche più cupo di “Turn Loose The Swans” e non si tratta di produzione o di suoni; no qui si tratta proprio della pesante atmosfera che regna per tutto l’album, un’atmosfera da “epitaffio”, da ultimo sospiro, un minimo paragone con “The Silent Enigma” non è da folli… siamo arrivati all’implosione finale, non c’è più speranza il ciclo sta per chiudersi.
I My Dying Bride giungono al tanto atteso ottavo capitolo dopo una serie di rinvii causati prima da ritardi in fase di registrazione poi dalla revisione di un artwork che adesso si presenta forte e appariscente come non era mai stato nella carriera del gruppo. Anche il titolo del lavoro è qualcosa di abbastanza inusuale per gli inglesi; “Songs Of Darkness, Words Of Light”.
Songs Of Darkness: musicalmente i My Dying Bride sono diventati molto più oscuri, molto più cupi e soprattutto molto più doomish. Questo lavoro continua il discorso intrapreso dopo l’abbandono dei lidi pseudo-sperimentali di “34.788%… Complete”, evidenziando da una parte la capacità di creare momenti lenti e solenni e dall’altra la cura maniacale riposta negli arrangiamenti e nelle melodie. Di contro però vengono lasciati da parte i momenti più istintivi e più estremi che avevano reso “The Dreadful Hours” un disco di una carica emotiva sconsiderata; i tempi sono estremamente rallentati per quasi tutto il disco, ed anche i cattivissimi riff di derivazione Black Metal che accompagnavano canzoni come “The Raven And The Rose” o “The Deepest Of All Heart” vengono praticamente lasciati al passato.
I morbosi fermenti d’animo sono stati abbandonati (unica vera eccezione è la terza “Catherine Blake”) per lasciare spazio a composizioni più pacate, a tratti più dolci e a tratti più tristi, più spesso dolci e tristi insieme, composizioni che fanno trasparire che all’interno del gruppo qualcosa sta cambiando. La base del sound dei My Dying Bride è ampliata da un rinnovato uso delle tastiere e dall’interpretazione vocale di Aaron che riesce di volta in volta, incredibilmente, a diventare sempre più espressivo e a dare un fascino particolare alle già ottime canzoni.
“The Prize Of Beauty” insieme a “Catherine Blake” sono le tracce che più ho apprezzato, la prima perché racchiude nel migliore dei modi i lati più belli del disco, la seconda perché, come gia detto, è la canzone più intensa di tutto l’album. “My Fury Stands Ready” è la composizione più ancorata alle radici del gruppo (As The Flower Withers), “A Doomed Lover” è la vera novità del disco (fuori contesto al pari della poco digeribile “The Blue Lotus”) e forse potrebbe darci delle indicazioni sul futuro musicale dei nostri.
Words Of Light: sfortunatamente non ho i testi, ed è una mancanza gravissima, però dalle poche frasi che ho colto, di luce sembra essercene veramente poca. I già citati versi dell’opener “The Wreckage Of My Flash” potrebbero darmi ragione, ma anche se così non fosse. parole rassegnate come quelle o come il titolo della conclusiva “A Doomed Lover”, La Sposa Morente non era mai arrivata a scriverle, non in questo modo almeno.
Il disco non tradisce, almeno formalmente, le attese. In realtà i My Dying Bride perdono molti elementi più o meno appariscenti che avevano reso “The Dreadful Hours” un disco estremamente intenso e a tratti dilaniante.
Non mancano però nuovi spunti che ci regalano ancora una volta un disco stupendo, ma che non possono mascherare la preoccupazione di quelli per cui i My Dying Bride sono qualcosa di più che un semplice gruppo. “Songs Of Darkness, Words Of Light” rappresenta l’ultimo tassello dell’insuperabile cammino intrapreso con “The Light At The End Of The World”, il gruppo dovrà nuovamente mutare per non rischiare di ripetersi. E allora non sperate in un altrettanto meraviglioso futuro perchè rischia di non esserci, crogiolatevi morbosamente in questo lavoro e godete della canzone che sembra un addio “A Doomed Lover”.
Crogiolatevi finché potete… perchè un giorno dovrete svegliarvi. E se riuscite commovetevi ancora una volta, che è l’emozione più bella e intensa che un disco del genere possa suscitare.
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