Tornano a poco più di un anno di distanza dal precedente “Savage souls” i Mystic Prophecy e lo fanno con un album, “Satanic Curses”, che non varia minimamente le coordinate musicali e artistiche che in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare. A mio avviso la band, dopo l’uscita di Gus G dal gruppo, ora nei Firewind, ha perso quell’aura di freschezza che da sempre regnava al suo interno e anche quest’album non riesce a emozionarmi come capitava con i loro precedenti dischi.
Legati ancora alle proprie radici nonostante il cambio di label e di formazione, i Mystic Prophecy sfornano un cd di chiaro stampo power/speed dove le parole chiave che lo contraddistinguono sono velocità, potenza e cattiveria. “Satanic Curses” è un platter compatto e quadrato e le iniziali “Back from the dark” e “Damnation” spazzano via ogni dubbio grazie ad una potente produzione, a un riffing tagliente e incisivo, per merito della coppia Grimm/Pohl e un cantato parecchio aggressivo, quello di Dimitri Liapakis, che dona all’intero album una sensazione di potenza che pochi dischi presentano durante l’ascolto. Tra i migliori brani troviamo “Sacrifice me” e la stessa title track che brillano proprio per le loro linee melodiche easy-listing che si distanziano dalla “cattiveria” di composizioni come “Evil of destruction” o “Fly”. Inutile a mio avviso la riproposizione della cover di “Paranoid” mentre ancora buone e ispirate sono l’oscura e maestosa “Demons blood” e la veloce, sebbene un po’ scontata, “Dark Forces”.
“Satanic Curses” è il classico album in stile Mystic Prophecy. Innovazione? I Prophecy non sanno cosa sia, nel loro vocabolario questa parola non esiste. Se bramate un album di puro power/speed teutonico questo disco è quello che fa per voi, altrimenti concentrate i vostri sforzi nel cercare album maggiormente vari.