Nameless Crime - Modus Operandi

I Nameless Crime tornano oggi, a ben quattro anni di distanza dal loro disco precedente, con il presente “Modus Operandi”. Le differenze sono tante, a partire dal rinnovo quasi totale della lineup con il bassista Raffaele Lanzuise come unico superstite, fino ad un sound più compatto e votato al thrash rispetto al passato. L’impatto ne guadagna, quindi, ma anche dal punto di vista tecnico la band è cresciuta parecchio e si sente dai passaggi che ricordano da vicino il sound dei Nevermore, anche se rivisto in un’ottica decisamente più personale.
Analizzando i brani che compongono il terzo lavoro del quintetto napoletano, ci troviamo di fronte ad uno stile improntato sulle chitarre di Maddalena Bellini (anche produttrice del disco), la quale compie un lavoro faraonico nel reggere il sound della band. Colpevolmente nascoste, ma sempre presenti, le tastiere di Dario Graziano intessono uno strato atmosferico che dona varietà al lavoro, mentre la sezione ritmica del già citato Raffaele e del bassista Daniele Ciao svolge un ruolo di coesione e collante all’interno dei vari pezzi, ritagliandosi anche qualche spazio solista. La voce, poi, di Dario Guarino tuona potente e pulita forgiando melodie malate e mai banali, facendo propria la lezione proprio dei Nevermore, cioè melodia e buona dose di fantasia ed impatto.
Highlight dell’opera è “Tested”, pezzo dall’alto tasso tecnico ed in cui le tastiere emergono nella giusta maniera, mentre la palma a brano più sperimentale è assegnata alla traccia nascosta dal titolo “Snakes ‘N’ Ladders”, remix affidato a R-Tron (alias Roberto Sepe), il quale svolge il proprio compito consegnando una canzone che ricorda certi esperimenti del Mortiis più elettronico.
In conclusione, “Modus Operandi” è un gran disco che ci ripresenta una band in forma smagliante, nonostante le numerose botte che ha preso. Il metal di casa nostra si sta rivelando sempre di più una fucina di grandi talenti, non lasciamoli affogare nell’humus dell’underground più becero, cerchiamo di farli emergere come meritano, esattamente come dovrebbe succedere coi Nameless Crime.