Quando una band, alla prima esperienza, riesce a mantenere la freddezza e la lucidità di rassegnare con cura le proprie capacità per metterle al servizio di un obiettivo preciso mostra già di essere sulla buona strada. E’ questo senz’altro il caso dei Narcosynthesis, giovane band pugliese dedita ad un thrash violento e diretto che mostra di affondare le sue radici, senza per questo banalizzarsi in copia conforme, in un thrash old school assimilabile a quello dei più marziali Kreator e Destruction. Il dischetto in questione è composto da sole tre composizioni che, seppur esigue in numero, non risultano affatto prive di contenuti nè di spunti positivi. In primis un’attitudine da non trascurare vista la carriera nascente che sembra già chiara e consolidata dopo pochi ascolti. Pur non inventando niente, infatti, la formazione Barese riesce a dare una prova di forza e impatto difficile da riscontrare in lavori di chi sta muovendo i primi passi discografici. Buona la prova dietro il microfono di Sabino Forina che riesce con un’impostazione piuttosto classica, che in altri casi sarebbe potuta risultare obsoleta, a mantenere sempre alto, vario e potente il tono delle canzoni mostrando anche buoni doti interpretative. Niente da dire neanche sul lavoro delle chitarre sempre taglienti e puntuali, mentre qualche appunto ci sarebbe da farlo sulla sezione ritmica che, pur ben competendo al proprio ruolo, in alcuni frangenti risulta alquanto monocorde e un pò scontata. Tra i tre brani presenti all’interno del disco una particolare menzione va spesa per l’ultimo “Thirst Of Power” poichè, nonostante un (solo parziale) addolcimento dei suoni, è portatore di un’apertura abbastanza originale verso sonorità più moderne da cui magari si potrebbe ripartire in futuro per creare qualcosa di davvero personale. La produzione (non male ma…) un pò incerta così come l’artwork minimale sono caratteristiche migliorabili che verranno col tempo e che a questo punto risultano quasi trascurabili. Il giudizio generale, come si era già intuito qualche riga sopra, è senz’altro positivo e permette di guardare in maniera ottimistica per il futuro dei Narcosynthesis ennesima dimostrazione che, silente, l’underground del sud c’è, lavora e sembra tutt’altro che arrendevole.