Nati nel lontanissimo 1989, i Necromantia sono una delle cult band più stimate e rispettate del nostro panorama europeo. Il loro black metal, fatto di violenza sonora, marciume e pura devozione all’occulto ed al vampirismo, si è sempre caratterizzato per l’uso personalissimo del basso ad otto corde piuttosto che della “classica” chitarra elettrica.
La discografia della band, sotto contratto con l’intraprendente Black Lotus Records, può vantare alcuni classici del genere come “Ancient Pride”, del 1997, o “Crossing The Fiery Path”, addirittura datato 1993. Lavori assolutamente interessanti, in cui la mano della band inizia a farsi pressoché intelligibile ad ogni singolo ascolto, alternando il solito e nefasto black metal tradizionalista agli stilemi letterari dell’estremismo culturale esoterico.
In virtù di questo, la Black Lotus ha deciso di ristampare (quasi per intero) il catalogo dei Necromantia, regalando ad ogni nuova ri-edizione una veste grafica rinnovata (versione digipack), delle bonus track ed una produzione sonora più nitida e violenta. Una mossa “commerciale” molto importante, che mira ad estendere ulteriormente il marchio ed il verbo dei Necromantia anche e soprattutto tra le giovani leve, che per ovvi motivi anagrafici non hanno potuto conoscere ed apprezzare la proposta del duo europeo. Si parte, dunque, con la ri-edizione di “Crossing The Fiery Path”, uno dei lavori imprescindibili del combo ellenico, assolutamente da ascoltare anche alla luce dei suoni tredici anni di longevità: un disco, questo, molto sporco e violento, giocato sui rigidi canoni di un black di estrazione raw, estremamente legato alla tradizione ed alle atmosfere malvagie. Un sound molto ruvido, dunque, in cui non si rinnegano brevi ed intense escursioni in campo death (ricordiamo l’anno di pubblicazione!) e che trasuda cattiveria e malignità da ogni singolo poro.
“Crossing The Fiery Path” resta, a parere di chi scrive, l’ album fondamentale dei Necromantia e di tutta la scena estrema greca. La sua importanza “storica” è, nel ’06, ovviamente da contestualizzare, eppure veri e propri inni come “The Warlock” e “Lord Of The Abyss” non possono non recitare un ruolo di primo piano all’interno del filone black. Da sottolineare, infine, la presenza della bonus “Death Rider”, uno dei capolavori degli Omen rivisitati in puro stile Necromantia!