Un buon album con grandissimi musicisti. Ecco cosa ho pensato al termine dell’ascolto di questo cd del guitar hero Neil Zaza. Un album che mette in gran mostra un ottimo gusto melodico ed un ottima tecnica capace di non annoiare l’ascoltatore con esecuzioni devote al puro shred.
Sin dalla prima song “I Spy” ci si rende conto che non è semplicemente un disco in cui il chitarrista cerca di dimostrare il proprio virtuosismo tecnico, ma è una vera e propria opera in cui ogni canzone ha una storia propria, accomunate solamente da una atmosfera sempre malinconica.
Lo stile di Neil si accosta molto al sound “satrianesco”, evidentissimo nella seconda traccia “Lift” o in “The Wonder Of You”, mentre solo in alcune parti emerge una vena di shred puro con scale velocissime e sweep pulitissimi, anche se a volte qualche bending mi suona un po’ fuori luogo.
Alcune song risultano pero’ essere un po’ troppo banali e scontate, come la melodica “Lost In Your Dream”, ma a far riprendere un certo tono ci pensano brani come la delicata ed emozionale “Rain” (dove pero’ il contributo di Stu Hamm si sente poco) o l’epica “Angel”. In un paio di canzoni si fa anche sostituire (“Backing @ 350 Degrees”) o accompagnare dal grande Michael Lee Firkins (“Fargo”).
Molto belle anche la cover strumentale di Prince, ovvero l’ipnotica “Purple Rain”, dove il chitarrista impreziosisce la song mettendoci anche un po’ del suo stile, e la sperimentale “Zen, Karma, And Other Good Things” con un originale mix di rock con sonorità orientali in cui furoreggia anche un grande solo con l’aiuto del wah.
In definitiva è un album di grande livello, con buone canzoni e melodie, anche se qualche song un po’ più heavy poteva donare maggiore energia all’intero album.