E’ un’ardua impresa, anche per chi, negli anni, ha avuto modo e tempo di dimostrare il proprio indiscusso valore, quella di dare conferme che gli consentano di farsi amare e riapprezzare. I Nile sembrano aver capito tutto ciò e, con l’intelligenza e la perizia compositiva che da sempre li contraddistinguono, estraggono dal cilindro un altro tassello conferma di una poliedria artistica a dir poco disarmante.
Se, infatti, il precedente “In Their Darkened Shrines” aveva stupito per la spettacolare intensità con cui venivano proposte epiche atmosfere e melodie egizie sul tappeto marmoreo di suoni proposti, stavolta la formazione statunitense ha ancora una volta sorpreso capovolgendo il quadro. Con una sicurezza ed una maturità che raggiungono livelli superlativi i Nile propongono un disco che abbatte, pesta duro e trascina chiunque si trovi sulla sua strada. Andando a pescare nel repertorio più duro e brutale del death i tre musicisti forniscono un vero e proprio capolavoro di annichilimento sonoro. Pur armati di volontà e puntigliosa critica è praticamente impossibile trovare difetti in “Annihilation Of The Wicked”. Dalla stupenda intro acustica d’apertura fino alla strisciante conclusiva “Von Unaussprechlinchen Kulten” tutto è praticamente unico e perfetto: sorretto da una produzione spettacolare, ogni minimo particolare è in tono con lo spirito del lavoro. Pur lasciando inalterata la personalità della propria proposta, in cui la componente epica legata alle umide atmosfere delle rive del Nilo continua ad essere presente, questo disco ha dalla sua una concretezza che lascia allibiti, sorpresi, increduli. L’ascoltatore, infatti, non pago della violenza con cui è stato travolto è in ogni istante tentato ed involgiato a ripercorrere la via che l’ha portato alla conclusione del disco; ed ogni volta le sensazioni saranno di meraviglia, soddisfazione ed incredulità.
Ogni discorso tecnico, in questo fiume di classe, passa in secondo piano poichè indescrivibile è la perizia con cui vengono tese le violente composizioni senza sbavature nè banalità. Indescrivibile è l’unicità della proposta che, nel sempre più marcio e vecchio panorama death metal, fa storia a sè rendendo ogni paragone poco calzante ed inadeguato. Siamo alle solite: altro disco, altra impresa, un altro episodio d’indiscusso ed indiscutibile valore. “Faraonico”!