Non so quanti tra voi conoscano i Ninth Circle, gruppo underground californiano discograficamente attivo dal 2000 e dedito a un mix tra power e metal melodico. Dopo un discreto esordio, ma con dei tratti ancora piuttosto acerbi, i nostri pubblicano “The Power Of One” (2008) che si fa notare (pur rimanendo ancorato al sottobosco metal) per delle buone intuizioni melodiche e per qualche brano indovinato, come il singolo Frontman.
Dopo ben sei anni i Ninth Circle ritornano su Pure Rock Records (succursale della Pure Steel) con questo nuovo “Legions Of The Brave”, suscitando la curiosità del sottoscritto.
Stilisticamente la band non si discosta molto da quanto proposto in passato, creando un interessante mix tra metal melodico e power, convogliando all’interno del proprio sound anche atmosfere più classiche figlie dei Maiden o dei primi Queensrÿche, specie per quel che riguarda le armonizzazioni.
“Legions Of The Brave” può essere spiegato attraverso l’opener e singolo After The Rain: il brano sintetizza al meglio l’anima dei Ninth Circle ma al contempo mette in evidenza il limite maggiore del disco. Se infatti After The Rain si rivela come un pezzo piuttosto catchy e immediato, con una melodia che fa subito presa, il resto dell’album risulta affossato da un’eccessiva lunghezza e pesantezza negli arrangiamenti dei brani, che non donano la giusta fruibilità all’ascolto. Preciso che non sto dicendo che sia meglio comporre brani più semplici e meno strutturati, ma che probabilmente questi brani avrebbero avuto una migliore resa se, in certi frangenti, fossero stati snelliti e/o semplificati.
Anche l’uso delle tastiere a volte risulta superfluo o fastidioso, come nel caso del brano All Or Nothing, in cui, con un effetto “a coro”, coprono il bel riff power portante.
Messi in evidenza quelli che possono essere i difetti maggiori di “Legions Of The Brave”, c’è da sottolineare la maturazione tecnica e compositiva avvenuta in seno alla band, con tracce tecnicamente interessanti e sufficientemente personali. Ne sono un esempio i brani più diretti come la già citata All Or Nothing o la veloce In Evil We Trust, in cui si fanno apprezzare un buon lavoro di chitarra e la bella voce melodica del cantante/chitarrista Dennis Brown. Niente da dire nemmeno sulla sezione ritmica, sufficientemente varia e articolata, da non annoiare l’ascoltatore.
Non male nemmeno alcuni tra i brani più lunghi ed epici come la titletrack, in cui atmosfere più solenni si sposano alla perfezione con un lavoro incisivo e metallico della chitarra. Arcturus Rising Part 2 si mantiene più o meno su queste coordinate, con fughe strumentali epiche che si miscelano efficacemente con momenti più melodici guidati dalla voce di Brown.
“Legions Of The Brave” è in definitiva un lavoro più che sufficiente che però, a parer mio, non esprime ancora appieno il suo potenziale. Se siete comunque estimatori di un metal melodico dotato di una certa ricercatezza strumentale, date una chance ai Ninth Circle, potreste avere delle positive sorprese.