Tornano i francesi No Return con il settimo album in studio per Dockyard 1. Il CD sembra cavalcare il trend negativo che negli ultimi anni ha visto la compagine perdere il contratto con la major Nuclear Blast prima e rivoluzionare la line-up dopo senza mai francamente riprendersi del tutto. ‘Manipulated Mind’ non sposta quindi di una virgola l’approccio stilistico della band, ancora una volta ancorata a un death/thrash metal molto dinamico e piuttosto tecnico. Il lavoro, in questo senso, è sicuramente ben fatto e l’ottima produzione garantisce ai No Return un impatto su disco davvero notevole. Il problema della compagine è fondamentalmente un altro: l’immobilismo. Se nei primissimi anni ’90 potevano a ragione essere additati tra i gruppi più influenti della scena estrema francese, oggi i transalpini raccolgono giusto le briciole di un mercato estremamente saturo e privo di innovazioni riguardevoli. I riferimenti ai mostri sacri del settore (primi Death, At The Gates, Hypocrisy) sono sempre gradevoli ma dopo pochi ascolti il prodotto suona scontato e soprattutto derivativo. Molto meglio rispolverare i vecchi lavori…