Se proprio devo esser sincero, questo disco mi giunge come un fulmine a ciel sereno. Quanti di voi, dopo lo split di Cadaveria e Flegias (sostituiti rispettivamente da Madras e Taransi) si aspettavano che gli Opera IX avessero un seguito? Beh io no di certo. E soprattutto quanti di voi avrebbero creduto che, senza l’aiuto di Flegias e Cadaveria gli Opera IX sarebbero stati capaci di regalarci un buon disco? Eh si, perché questo Maleventum è davvero un buon disco di black metal, feroce e malefico grazie ad alcune soluzioni musicali originali adottate.
Sin dalla prima canzone, ovvero la titletrack, ci si accorge che forse il cantato di Madras si accosta meglio alla musica del gruppo, riesce a renderla più cattiva. E cosa dire poi del pianoforte, che compone una piccola danza macabra di sottofondo, dei cori con voce pulita a cui è accostata quella in screaming del cantante?
La seguente “Princess of the Ancient” dalle influenze celtiche, con tanto di cori puliti (mi sembrano stonati però) per poi, dopo due minuti dall’inizio, esplodere in tutta la sua ferocia e poi ritornare su territori più calmi e dolci con tanto di scampanio spettrale che accompagna il ritornello?
Invece la seguente “In the Dark I Found the Reflection of the Hidden Mirrors” si sposta su coordinate molto più violente ma non per questo risulta esser priva di break melodici.
“Unearthed Arcana” si apre col suono di un temporale, e si sposta lungo coordinate dark-gothic per l’uso delle tastiere e del cantato (quasi un narrato) e di un bel guitar-solo a metà song.
Le ultime tre tracce risultano lunghe, complesse, ricche di ottimi spunti (vedi le cornamuse di “Forgotten Gods”),
ottimi breaks acustici in “Muscaria” (davvero commoventi soprattutto grazie al narrato sofferente di sottofondo) e sempre di buon livello i cori spaventosi di inizio canzone in “In The Raven’s Eye”.
In linea di massima è un disco che merita molto anche se alcune soluzioni non mi sono piaciute, come i cori con voci pulite che nell’ultima canzone sono riusciti a strapparmi addirittura qualche sorriso. Bisogna dire però che è un disco molto complesso composto da canzoni lunghe (durata media di 8 minuti circa) molto varie fra loro e che vanno oltre la musica (“The project Opera IX not only is a musical concept but a marriage of Art and Religion” è scritto sul sito della avantgarde music). Quindi non posso fare altro che consigliare l’acquisto del disco sia agli amanti del black metal sia a coloro che cercano qualcosa di complesso e di diverso dal solito, qualcosa che va ascoltato a lungo per essere capito, dato che rivelerà molti significati nascosti.