“Welcome” è il primo lavoro in assoluto dei pugliesi Painstorm, che tuttavia vantano già una discreta esperienza dal vivo, avendo suonato insieme a numerose band underground abbastanza note come, fra le altre, Mantra (Costarica), Tre Allegri Ragazzi Morti, Golem, Terremoto, etc. Il demo è composto di quattro pezzi per un totale di 23 minuti di buon vecchio thrash metal anni ’80, ispirato prevalentemente al sound della prima generazione di bands della bay area (Metallica e Megadeth in primis), ma che non disdegna anche qualche occhiata all’altra costa degli States. “Welcome to my Fucked Up World” è un inizio in medias res, dato che già dopo pochi secondi il ritmo si fa (giustamente) forsennato: non mancano ad ogni modo i rallentamenti, i cambi di tempo, gli assoli. Già un pezzo dalla buone potenzialità insomma, al quale si può rimproverare solo una certa mancanza di organicità e sintesi che consenta di avere un impatto maggiore. Va meglio con la seconda “Kill All Your Fear”, il pezzo più “Megadethiano” ed anche qualitativamente il migliore del demo. L’influenza della band di Mustaine si sente tanto nei riff quanto nelle vocals, senza però mai risultare esagerata nè troppo sfacciata: il risultato è un pezzo tosto e piacevole, meglio definito del precedente e di conseguenza anche più convincente. Bello il lungo assolo nel finale. Piuttosto bene anche la successiva “Masters of the Truth”, dalle linee vocali dissonanti (a volte vagamente alla Nuclear Assault) e dalle buone parti di chitarra: unico appunto, il ripresentarsi del problema sopra citato, ovvero qualche calo di tensione che spezza, in un paio di episodi, la continuità del brano. Si tratta comunque, probabilmente, di un problema dato dall’inesperienza della band, e che si potrà risolvere in futuro. La conclusiva “Near the Doors of Hell” mostra infatti una struttura già più scorrevole nonostante la discreta complessità. Un brano aggressivo ma dotato di un respiro più “epico”, caratterizzato dalla ricorrenza di un bel riff ad inizio, metà e fine canzone e dalla presenza di più assoli. Come dire, un altro pezzo che, con una buona produzione e qualche ritocco, potrebbe avere le carte in regola per diventare davvero interessante. La produzione del demo è ovviamente “casalinga” (registrato in garage con l’ausilio di multitraccia e pc), ma è tuttavia sufficientemente buona per rendere ascoltabile e fruibile il demo. Una nota infine per la simpatica confezione e presentazione, a partire dal flyer per arrivare allo spiritoso mini-booklet con tanto di disegnini e pagine di quaderno. Bravi, questo è lo spirito giusto! In bocca al lupo quindi ai Painstorm, che mi auguro possano ripresentarsi presto con un nuovo lavoro che sviluppi quelle potenzialità già suggerite in questo demo.