Hanno vent’anni di carriera alle spalle, ma solamente tre dischi all’attivo e l’ultimo, “Hellspawn”, è il lavoro che mi accingo a recensire, uscito nel 2007. I polacchi Pandemonium si possono definire veterani della scena death metal polacca, che negli ultimi anni sta sfornando veri e propri mostri di tecnica, velocità e brutalità. I Pandemonium, invece, si differenziano dal resto della scena odierna del loro paese sfornando un album legato al passato, che bada più alle atmosfere cupe e dilatate, più che all’assalto diretto o la messa in evidenza delle doti meramente tecniche. Attenzione, con ciò non voglio assolutamente dire che la band di Lodz sia una band inferiore tecnicamente, ma voglio solo affermare che “ Hellspawn” è un album oscuro e fortemente influenzato dalla scena ottantiana, che predilige un approccio scarno e minimale, figlio del thrash metal e fortemente influenzato, per quanto riguarda la ricerca delle atmosfere, quasi asfissianti, dai Celtic Frost, oltre che avere alcune similarità con i loro connazionali Vader e qua e là anche con i Morbid Angel. “Hellspawn” è un album valido, che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno che per fare del buon death, non è obbligatorio fare a gara a chi suona più veloce, o tecnico, ma come ho sempre affermato, la buona riuscita di un album dipende molto dal feeling, cosa che “Hellspawn” ha in ottima misura. Aspetto ora con ansia del nuovo materiale, che dovrebbe uscire a breve, proprio per festeggiare il loro ventesimo anniversario.