Da un estremo all’altro, è proprio il caso di dirlo, dopo aver dato alle stampe un album come quello dei The Silencer dove le sonorità moderne la facevano da padrone, raggiungendo tra l’altro dei buoni risultati, la Mausoleum ci presenta un gruppo di tutt’ altro stile: i Phantom X, heavy metal band che con “Rise of the Phantom” giunge al debutto assoluto.
Nati inizialmente come tribute band di Ronnie James Dio, i Phantom X imboccano la strada giusta con l’arrivo in formazione del singer Kevin Goocher, noto per essere il membro di una delle leggende del panorama heavy metal internazionale: gli Omen. Nonostante questa azzeccata mossa, non possiamo parlare di “Rise of the Phantom” come di un album fondamentale per la discografia di ogni buon metallaro. Ma andiamo per gradi: il genere proposto è un heavy metal classico legato alla scuola americana, fortemente influenzato da sonorità hard rock e atmosfere epiche ( Omen e Virgin Steel in testa ); premesso che da tale genere non si possono pretendere inclinazioni moderne o improvvisi stravolgimenti, se gli ascoltatori continuano ad ascoltare heavy-metal classico, è perché ci sono gruppi che riescono a dare ancora emozioni come si riuscivano a trasmettere 20 anni fa ( altrimenti non ci troveremmo a tessere lodi a gruppi come Benedictum e Astral Doors ). Ed è questo il principale problema; “Rise Of the Phantom” è ben suonato, e la classe di un singer come Kevin Goocher non si discute, ma di emozioni manco a parlarne. Se a questo ci aggiungiamo anche un sound fin troppo obsoleto, e la mancanza di quella grinta che darebbe loro sicuramente una marcia in più, il quadro è completato. Peccato, perché un paio di canzoni sono molto belle; sarà per la prossima volta.