I Picaroon’s Spark nascono nel 2002 a Teramo, da un’idea del batterista Gino Bianchi. In breve tempo la formazione è completa e questi cinque giovani ragazzi si pongono il difficile compito di ridare nuovamente vita a sonorità oramai abbandonate da molti gruppi. Già dalle prime note dell’opener “The four winds”, costituita da un semplice ma efficace riff di basso e chitarra, ci si può rendere conto che i Picaroon’s Spark hanno pienamente centrato il loro obbiettivo: “The battle of life”, questo il titolo del demo dei teramani, mi riporta indietro nel tempo, quando ancora l’heavy metal risultava privo di tutte quelle contaminazioni sinfoniche, industriali ed elettroniche che in questo momento accompagnano molto spesso le produzioni di tantissimi gruppi. La miscela che rende interessanti i pezzi dei Picaroon’s Spark è proprio l’amore che questi ragazzi provano per l’heavy metal anni ottanta/novanta e, infatti, le influenze che maggiormente fanno capolino all’interno delle loro composizioni rimandano con la mente agli Iron Maiden, soprattutto per quanto riguarda i riff portanti delle canzoni, e ai Judas Priest che vengono fuori durante l’esecuzione dei soli. L’ascolto del demo prosegue con “Escape from perfection”, introdotto da un malinconico arpeggio di chitarra, lascia poi spazio ad un riffing che ricorda i Judas Priest, con una linea melodica efficace e convincente. Le influenze maideniane continuano anche con la canzone successiva, “Murders”, la quale parte con un oscuro arpeggio di chiara matrice orientale per modificarsi successivamente in una cavalcata che più maideniana di così non si può. La conclusiva “The battle of life” si rivela la canzone più interessante di tutto questo demo: ancora una volta un riffing che ricorda i Maiden fa da struttura portante per tutta la durata del brano e anche Luca e Aldo in fase solista fanno il verso a Murray e a Smith, senza però cadere nello scontato o in qualcosa di già sentito. Insomma, l’impressione che questo demo mi lascia è davvero buona: nonostante le influenze che accompagnano questi ragazzi siano piuttosto palesi, i brani di “The battle of life” si dimostrano sicuramente vincenti e carichi di potenza e melodia; la registrazione delle singole tracce è buona così come la prova agli strumenti dei ragazzi. Vorrei soltanto stendere due righe su Luca Marconi il quale, a mio avviso, risulta un po’ troppo “debole” in alcune parti dei brani, soprattutto quelle più alte. Ad ogni modo sono convinto che un po’ di studio e una maggiore esperienza saranno decisive per la riuscita del prossimo demo.