Non so se essere triste o felice per l’uscita di Dario Grillo dai Thy Majestie gruppo che tra l’altro reputo uno dei migliori a livello italiano ed europeo. D’altronde se questo bravissimo cantante fosse rimasto all’interno del combo siciliano, il progetto Platens probabilmente non avrebbe mai visto la luce e questo sarebbe stato un incredibile errore. Ebbene si, cari lettori, “Between two horizons” è il disco giusto per terminare un anno di musica che personalmente mi ha regalato moltissime soddisfazioni: Dario spazia attraverso undici bellissimi pezzi con influenze che vanno dall’hard rock melodico, all’AOR (sullo stile di Bob Catley e Ten) fino ad arrivare al metal classico con passaggi e cavalcate davvero esaltanti.
Il genere proposto è quindi diverso da quello che Grillo in precedenza interpretava con i Thy Majestie, così come lo è anche il suo modo di cantare: in questi undici brani il singer siciliano preferisce concentrarsi su un cantato più ispirato e romantico, ricco soprattutto di pathos, puntando agli acuti solo in pochissime (e tra l’altro azzeccatissime) occasioni; l’ex – Thy Majestie si dimostra anche un polistrumentista incredibile: ad eccezion fatta per la batteria, tutte le restanti parti sono state suonate ed arrangiate dallo stesso Grillo.
A mio avviso il disco colpisce per la freschezza dei brani, per l’incredibile carica che i pezzi riescono a conferire all’ascoltatore, mentre gli arrangiamenti d’ogni singola canzone si sviluppano attraverso soluzioni melodiche convincenti e d’impatto senza mai sfociare in virtuosismi inutili. Si passa quindi da composizioni veloci e d’impatto come l’incredibile opener “Here I am”, seguita a ruota dalla rockeggiante e scoppiettante “Can feel it” caratterizzata da un ritornello davvero azzeccato e orecchiabile, a brani più lenti ed introspettivi che si rivelano delle autentiche perle: sto parlando di “Your heart will claim the truth” (dall’intro molto country), di “The last kiss” (ispirata dall’omonimo film di Muccino con uno splendido solo acustico/elettrico centrale) e di “Weaves of sea” che si svelano delle ballad assolutamente splendide, capaci di trasmettere “feelings” eccezionali come pochi brani riescono a fare.
Ma in questo platter ci sono anche altri momenti di vera e propria esaltazione: “Angel’s Cry”, introdotta da un canto gregoriano realizzato dallo stesso Grillo, si dimostra una delle track più riuscite di tutto l’album complice anche un ritornello bellissimo cui si affiancano senza problemi brani del calibro di “My Reason” (forse il più complesso di tutto l’album con “The last kiss”) e di “Check it out”, dall’andamento tipicamente classic metal, fino a raggiungere soluzioni più vicine al prog con “Chasm of madness”.
In definitiva questo cd finisce degnamente questo mio anno musicale. “Between two horizons” è un disco completo sotto tutti i punti di vista, caratterizzato da una maturità nell’esecuzione e nell’arrangiamento dei pezzi che pochi strumentisti hanno (tenete conto che Dario ha fatto tutto da solo). Davvero un ottimo debut, registrato davvero bene, ma suonato ancora meglio da una persona che vuole far conoscere la propria musica a tutti quelli che avranno il piacere di poter ascoltare il progetto Platens nelle casse del loro stereo. Caldamente consigliato!