Cosa vi immaginate quando mandate in esecuzione un disco dei Poison? Un mega party in cui sfogarsi, fare casino, bere oltre misura, fare sesso senza inibizioni e gridare a squarciagola ritornelli che inneggiano a tutte le precedenti cose? E siete pronti ad un nuovo viaggio in questo universo?
“Hollyweird” è il nono disco (tra live e raccolte) di questa scalmanata band californiana ed è il primo interamente registrato in studio dopo il tanto atteso e più volte annunciato ritorno del chitarrista C.C.DeVille. Sono passati quindici anni da “Look What The Cat Dragged In” e “Open Up And Say…Ahh!”, vere pietre miliari del glam, ma i nostri non hanno perso nemmeno un grammo della loro grande vena comunicativa e della loro voglia di divertirsi e divertire. Le tredici tracce presenti in questo nuovo lavoro, tra alti e bassi, metteranno a dura prova il vostro autocontrollo, vi faranno ballare, agitare, sudare… il tutto, ovviamente, soprattutto se ascoltate a tutto volume e in compagnia. Tra i brani maggiormente riusciti citerei l’iniziale e immediata “Hollyweird”, “Shooting Star”, a mio modo di vedere la più adatta a vestire i panni di singolo apripista, “Wishful Thinkin'” e “Stupid, Stones & Dumb”. Mi sfugge sinceramente il motivo delle due versioni di “Home”, tra l’altro penalizzate dalla scelta di metterle in sequenza, e boccerei definitivamente il tentativo di avvicinarsi a nuove sonorità (“Emperor’s New Clothes” e “Livin’ In The Now”, le uniche, insieme a “Home”, in cui il microfono passa a C.C.DeVille), non perché i due brani in questione siano brutti o poco riusciti, la prima è anzi una delle mie preferite, ma perché così distanti dal Poison-sound da risultare decisamente anomale.
La produzione poteva essere migliore, considerando soprattutto l’importanza del disco e la notorietà dei Poison, ma è stata una precisa scelta dei quattro, desiderosi di riproporre in qualche modo le sonorità dei primi dischi e di rappresentare in modo perfetto la vera essenza del rock’n’roll: divertimento e energia anche a scapito di tecnica, pulizia e precisione.
Niente di fenomenale o di imperdibile dunque, ma un album sincero e divertente, che potrebbe tranquillamente accompagnarvi per tutta l’estate e renderla ancora più torrida.