A prima vista, i teutonici Pronther sembrano l’ennesima band clone dei fortunati Rammstein. Poi, ascoltando attentamente il loro ‘Fang Die Seife’, si intuisce che i quattro crucchi hanno molte cose da dire…
Il loro, infatti, è un CD che non nasconde l’influenza di Till Lindemann e soci nel proprio sound ma che sperimenta nuove strade sonore, utilizzando via via i canovacci dell’ebm, del gothic, del funk e dell’heavy metal propriamente inteso. Messa in questi termini, ‘Fang Die Seife’ è un platter di tutto rispetto, dove i refrain funzionano praticamente sempre e al quale manca soltanto una produzione a cinque stelle per iniziare seriamente a minare dalle basi il primato del colosso Rammstein. Resta comunque palese l’intendo della compagine di percorrere una strada quanto più personale possibile, sintomatico di questo la scelta di intitolare il disco con il nome del pezzo meno ortodosso del lotto, quel ‘Fang Die Seife’ che poggia le proprie fondamenta su metriche squisitamente funk, o l’ideazione di un brano come ‘Das ballet’, in cui la band rivisita il folk in chiave prettamente metal. Per il resto, il vocione acido di Boris Englert e gli scenari post industriali ricreati dai nostri valgono di per se la possibilità di dare una chance ai Pronther. Difficilmente, questi, vi deluderanno…