Ai piu’ il nome dei Proto-Kaw non dira’ nulla, a qualcuno pero’ provochera’ un sussulto, un piacevole ricordo e, perche’ no, la sensazione di tornare indietro nel tempo. In verita’ stiamo parlando della “riesumazione” di un gruppo che fece la sua prima comparsa piu’ di trenta anni fa, infatti i Proto-Kaw sono stati la prima incarnazione di quell’ensemble che poi cambio’ il proprio nome in Kansas.
Gia’ proprio loro, in effetti la presenza del grande Kerry Livgren avrebbe dovuto gia’ far intendere qualcosa in tal senso, fuori dai Kansas il chitarrista-tuttofare (ricordo che e’ stato anche uno dei maggiori compositori del gruppo succitato) si e’ ripreso questo progetto perso nella polvere del tempo e l’ha riportato in vita insieme ad uno stuolo di musicisiti di prim’ordine. Il progetto Proto-Kaw e’ chiaramente basato su un’anima progressive, innumerevoli le parti strumentali pregne di elementi jazz e blues, senza dimenticare la componente rock e un filo di “pomp rock” alla Kansas.
Per descrivere la musica dei Proto-Kaw si potrebbero tirare in ballo nomi quali quelli degli Yes o dei Genesis, elementi vicini ai Rush (in particolare la voce), ovviamente questa ricerca di elementi di similitudine e’ puramente superficiale (serve solo per dare l’idea di cosa abbiamo a che fare), la musica dei Proto-Kaw e’ da ascoltare per essere compresa appieno nelle sue molteplici potenzialita’.
I brani sono mediamente piuttosto lunghi, uno solo scende sotto i quattro minuti mentre ben quattro superano i sette, cosa peraltro normale in un gruppo come questo, assoli di vari strumenti si rincorrono frequentemente in strutture piacevoli anche per un ascoltatore non avvezzo a ricercatezze stilistiche e tecniche elargite qui in gran quantita’.
Indubbiamente gia’ dal primo brano e’ chiaro quello che ci presenteranno Livgren e soci, ricerca melodica curata alla perfezione, arrangiamenti eleganti e partiture musicali estremamente ricche e di classe eccelsa. Forse “Leaven” e’ uno dei brani migliori del lotto, con il sax che fa soventi capatine donando al brano quel quid jazz che lo rende decisamente atipico ed attraente, anche “Quantum leapfrog” e’ un brano che colpisce subito, la memoria e’ sempre stimolata in questi brani, brevi ma intensi echi di sensazioni pinkfloydiane (per esempio in quest’ultimo brano c’e’ un momento in cui pare di sentire “Gemini” dell’Alan Parsons Project), ma anche rimandi fugaci ma chiari ai Genesis di Gabriel. Cio’ che ricorre spesso sono gli stacchi (piu’ o meno lunghi) strumentali, dove la chitarra di Livgren duetta con sax, tastiere, flauti e con l’organo di Dan Wright (veramente all’altezza).
Direi che ogni brano ha vita propria, una essenza precisa ed unica rispetto al resto, pur conservando, il disco in toto, un filo conduttore chiaro e riconoscibile. Il brano di chiusura “Theophany” e’ l’emblema di tutto cio’, quasi dodici minuti di magia tradotta in musica, tutti gli elementi dei Proto-Kaw nel brano che ricorda piu’ di tutti la parentela strettissima con i Kansas, melodia perfetta che fa da elemento conduttore per tutto l’impianto solista, per tutti gli inserti dei vari musicisti, fantastico il lavoro del bassista Craig Kew e del batterista Brad Schulz; ovviamente la ribalta e’ per il cantante Lynn Meredith (con le sue somiglianze con Geddy Lee dei Rush) e, soprattutto, per il genio tecnico e compositivo di un sempre enorme Kerry Livgren.
Questo e’ un grandissimo disco, ovviamente la sua natura puo’ allontanare l’ascoltatore meno interessato a questo tipo di sonorita’, sarebbe comunque un peccato visto che a fronte di una natura progressive il disco si lascia ascoltare tranquillamente proprio grazie alla capacita’ dei musicisti di essere incisivi sia come solisti sia come insieme, ovviamente il tutto su grandi brani suonati in modo perfetto. Non ci sono dubbi, questo dei Proto-Kaw e’ un disco da avere, ascoltare e riascoltare, tutto e’ decisamente eccellente, compresi aspetti tecnici quali registrazione e dinamica generale, curato sotto ogni lato oltre quello musicale, quindi un plauso alla InsideOut per la realizzazione tecnica e a Livgren e soci per avere fatto un disco di questo livello.