Terzo disco per i danesi Pyramaze che si ripresentano sul mercato con una importantissima novità: la presenza di Matt Barlow (Iced Earth) come vocalist ufficiale di “Immortal” nuovo loro disco in studio. Peccato che questa collaborazione non durerà molto e Matt lascerà la band poco dopo per riunirsi al suo gruppo madre.
Questo nuovo capitolo targato “Pyramaze” prende un pò le distanze dai precedenti lavori tipicamente impostati su sonorità power-speed-symphonic andando ad abbracciare soluzioni stilistiche e musicali molto più rocciose ed aggressive che se da un lato stupiscono l’ascoltatore dall’altro affascinano grazie alla prova vocale di un Matt Barlow davvero sopra gli allori e capace di fondere magnificamente il suo operato con quanto prodotto dagli altri ragazzi. Quanto appena descritto lo si nota facilmente su “Year of the phoenix” e “Ghost light” due brani potenti e con chitarre rocciosissime che ben lasciano sperare sull’andamento dei restanti brani che riescono a coinvolgere con una certa facilità l’ascoltatore. Fantastica è la power ballad “Legacy of rhyme” ancora una volta valorizzata dall’ottima prova di Barlow dietro al microfono e ancora ottime composizioni con “Caramon’s poem” e con “The Highland” brani che riportano la band su territori più tipicamente sinfonici a cavallo tra il power e lo speed.
Sicuramente la band non ha paura di evolvere e questo “Immortal” ne è la prova. I brani ci sono e si rivelano anche parecchio interessanti nonostante non facciano brillare ovviamente al miracolo. Tra le band “minori” sicuramente i Pyramaze dimostrano di rivelarsi una realtà interessante e da seguire.