Il volubile Blackmore decide di mandar via tutti i membri degli Elf che han suonato sul primo disco dei Rainbow, ad eccezion fatta per Dio, e recluta tre musicisti di primo piano, assoluti virtuosi del proprio strumento: Jimmy Bain al basso, Tony Carey alle tastiere e Cozy Powell alla batteria. Quel che ne esce è “Rising”, che a scanso di equivoci, diciamo subito che è un capolavoro, un capolavoro assoluto. In questo disco in pratica si può ascoltare un sound che, partendo da un hard rock maestoso, con molteplici influenze e sfaccettature andrà poi a ripercuotersi sui vari generi del metal, come il power, l’epic e quant’altro.
Si parte con Tarot Woman, introdotta da tastiere “spaziali” che potrebbero ricordare il progressive rock tipico dei ’70 che gradatamente lasciano posto ad una ritmica pulsante e alla voce incalzante di Ronnie James Dio, assolutamente potente e magica fino a sfociare nel ritornello più evocativo ed epico. A suggello di questa fantastica opener, un “duello” vibrante tra le tastiere di Carey e la chitarra infiammata di Blackmore. Run With The Wolf e Starstruck sono pezzi dalla ritmica incalzante, ad opera dello scatenato Cozy Powell, maggiormente orientati sull’hard rock ma senza perdere gli elementi di magniloquenza tipici dei Rainbow, con un Ronnie James Dio sempre sugli scudi, autore di una performance mozzafiato! Anche Do You Close Your Eyes si mantiene sui generis benché il ritornello sembri quasi di stampo americano. E ora la volta del pezzo che può tranquillamente definirsi il capolavoro nel capolavoro. Stargazer è un brano di oltre otto minuti che racchiude in sé tutta la magia dei Rainbow: song dalle tinte epiche e orientaleggianti che probabilmente ha influenzato decine di gruppi dall’epic, al power, dall’hard rock al neoclassico. Basato su un crescendo costruito grazie alle testiere e alla voce evocativa di Dio, sfocia in un ritornello a dir poco maestoso che viene poi sublimato da un solo vorticoso ma ricco di pathos di Blackmore e alla sezione d’archi nel finale! Non ci sono parole adatte per descrivere il tutto…bisogna ascoltarlo! “Rising” si conclude con altro pezzo da novanta, A Light In The Black, altra canzone molto lunga che riprende nelle liriche la storia di Stargazer, ma che è sorretta da un drumming indiavolato a opera di Powell, un incrocio tra power, progressive e hard rock, che sicuramente è stato fonte di ispirazione per molti dei gruppi power odierni, e non solo. Tutto questo è “Rising”!
I see a Rainbow Rising!