Non trovo le parole per recensire Pervertopia, primo full-lenght degli svedesi Repuked. Non so neanche cosa pretendere avendo in mano un artwork stile Grind e nelle cuffie riffs di chitarra sporchi e scontati, suoni di produzione Punk e fedeli ‘imitazioni originali’. Capito bene: imitazioni originali, perchè l’unica cosa che riesce bene ai Repuked in Pervertopia è imitare fedelmente l’era death svedese dei primi anni novanta aggiungendo una spruzzata di soluzioni vocali pseudo-vomitevoli che dovrebbero rendere il lavoro originale. Insomma dovrebbero, ma questo disco è composto da 11, pessime tracce, suonate in maniera vergognosa, inconcludenti, con suoni grezzi e disturbanti che riescono a provocare solamente enorme fastidio all’ascoltatore.
Non mancano attitudine, violenza e brutalità, urla e strazio, sonorità deviate e furiose ma a cosa servono se il tutto è miscelato grossolanamente in un impasto mal riuscito dal sapore privo di qualità e di personalità? Ci troviamo davanti ad esecuzioni fuori tempo, accordi e giri di chitarra elementari, assoli striduli e privi di creatività; un aborto musicale completo.
In modo schietto e sincero Pervertopia è composto da musica adolescenziale appresa malamente forse il giorno prima. Sforzandomi riesco a trovare solo un pregio a questo debut album, ovvero la passione, ma come disse Choquet: ‘La passione spiega molte cose, ma non giustifica nulla’. In questo caso non giustifica Pervertopia e non spiega neanche come un qualsiasi strumento musicale possa esser finito in mano ai Repuked.
Non c’è nient’altro da dire, se non di girare alla larga da lavori così incomprensibili e di poco valore. Pervertopia è assolutamente sconsigliato sia a chi ama la musica in generale sia ai cultori del genere. Personalmente ringrazio sentitamente i Repuked per avermi fatto passare tra i 45 minuti più brutti della mia vita.