Lo split Turilli/Staropoli ha lasciato tutti spiazzati, considerando anche il fatto che dopotutto, le produzioni di entrambe le parti, propongono lo stesso genere di musica. Anche la scelta del doppio uso del nome ha destato diverse perplessità…
Se il lavoro di Turilli è, ai più, già conosciuto, visto che, oltre ad aver pubblicato per primo l’album dei “suoi” Rhapsody, è stato artefice di diversi episodi solisti, l’attesa per vedere cosa avrebbero partorito Staropoli, Lione e soci (senza la presenza del citato chitarrista/compositore fondatore) era tanta.
Devo ammettere che inizialmente “Dark Wings Of Steel” mi ha lasciato un po’ perplesso, forse per via di alcune (errate) aspettative che avevo avuto.
“Dark Wings Of Steel” mantiene sicuramente gli elementi maestosi e trionfali tipici dei Rhapsody Of Fire ma evidenzia un verve decisamente più epica e, a tratti, più oscura. Quest’album mi ha ricordato quel “Triumph Or Agony”, che già nel 2006 è stato visto come un disco di rottura. E come accadde per “Triumph Or Agony”, anche per “Dark Wings Of Steel” mi ci sono voluti più ascolti per apprezzarlo e capirlo fino in fondo. Parliamoci chiaro: manca il classico pezzo veloce alla Emerald Sword, che dopo mezza volta che l’hai ascoltato stai già urlando il ritornello. Questo però, almeno per il sottoscritto, non è sinonimo di bassa qualità o di fallimento.
“Dark Wings Of Steel” si rivela come un album ben concepito e strutturato, con delle melodie forse meno immediate, ma che una volta percepite riescono comunque a darti grosse soddisfazioni. Ho trovato un miglior bilanciamento fra tutti gli strumenti elettrici e le parti orchestrali, con una prova convincente e personale del nuovo arrivato, Roberto De Micheli, alla sei corde.
Pezzi epici e cadenzati come Rising From Tragic Flames o Angel Of Light testimoniano quanto detto pocanzi, mettendo in evidenza una maestosità oscura mai sentita prima, grazie all’ottima prova di De Micheli (sia all’elettrica che all’acustica) e grazie ad una mirabolante e versatile interpretazione di Lione alla voce.
Questo è il nuovo volto dei Rhapsody Of Fire ribadito in pezzi come Fly To Crystal Skies e My Sacrifice, che pur presentano cori melodici di più ampio respiro. Ancora una volta superlativo il lavoro di Lione che canta in inglese, in italiano, cambiando registro a suo piacimento. Efficace anche la chitarra spagnoleggiante in My Sacrifice che dona al pezzo un’atmosfera quasi mediorientale. Strabordante il chitarrista negli assolo.
Silver Lake Of Tears è il pezzo più veloce e diretto del lotto ma riesce a mantenere il mood epico del disco complice il valido lavoro alle tastiere di Staropoli.
Custode Di Pace è la ballad dell’album cantata interamente in italiano. Che dire? Dolcezza e maestosità si fondono in questa splendida composizione in cui Lione sfodera una prestazione maiuscola. La title-track si rivela veloce ed oscura, in cui cori maestosi creano un’atmosfera solenne, mantenendo gli elementi metallici del pezzo ben in evidenza.
Sicuramente “Dark Wings Of Steel” è un lavoro più che buono, che pur non arrivando a rivaleggiare direttamente con i capolavori del passato, segna probabilmente un nuovo corso per i Rhapsody Of Fire. Dal canto mio, mi sento di premiare la scelta dei nostri di produrre un album magari poco immediato ma comunque ricco di dettagli e cura per gli arrangiamenti e le melodie.