Sguainate le spade e indossate le armature, la lotta tra il bene e il male non è ancora finita! Nelle “Enchanted Lands” non è proprio periodo di pace, trame oscure e maligne si stanno mettendo all’opera per turbare ancora una volta la pace e la tranquillità dei suoi abitanti.
Con “ Symphony of enchanted lands pt. 2 ” i Rhapsody tornano a far splendere il magico mondo di Aresyus grazie ad una nuova ed affascinante saga che coinvolgerà tutti i fans del gruppo triestino. Ma andiamo con ordine e vediamo un po’ che cosa è successo: avevamo lasciato i Rhapsody con “Power of the dragonflame” album che chiudeva definitivamente la “Emerald sword saga” e tante nuove idee come il progetto “Rhapsody in black” e la decisione di musicare la trilogia del Signore degli Anelli; purtroppo tutti questi buoni propositi sono sfumati e quale occasione migliore se non questa per dar vita a una nuova saga ambientata proprio nella terra creata anni or sono proprio dallo stesso Turilli? La nuova epopea di cui stiamo per diventare protagonisti è situata sempre all’interno delle Lande Incantate, ma questa volta ci sono sette libri in gioco, ognuno dei quali dotato di oscuri poteri… l’ultimo, il più forte e il più temuto è nascosto da qualche parte e le forze del bene e del male si stanno muovendo per riportarlo alla luce.
Dal punto di vista musicale sono tante le idee che accompagnano questo nuovo album, una su tutte la partecipazione come special guest del mitico Cristopher Lee/Saruman in veste di voce narrante nell’intro “The dark secret”; se ancora non siete svenuti questa volta i Rhapsody sono scortati da una vera e propria orchestra che riesce a donare maggiore drammaticità alla loro musica; “Film score metal” è inoltre la nuova proposta musicale con cui Alex & Co. si ripresentano sulle scene e sebbene questa definizione faccia sorridere direi che è alquanto azzeccata, poiché la presenza dell’orchestra rende la musica dei Rhapsody molto cinematografica ed epica e spesso sembra di trovarsi all’interno di una colonna sonora di un film fantasy.
I brani che compongono “Symphony of enchanted lands pt. 2” sono veramente complessi ed articolati e il disco merita di essere ascoltato diverse volte per poter essere capito. Ci troviamo di fronte a pezzi veloci dal ritornello trascinante e grandioso come accade con “Unholy warcry”, classica canzone in stile Rhapsody, dal refrain convincente ed entusiasmante il quale compie perfettamente il suo ruolo di opener esaltando l’ascoltatore, oppure “The last angels call” che senza troppi giri di note ci riporta indietro nel tempo e strizza l’occhio all’ormai mitica “Emerald sword”; “Never Forgotten heroes” sembra uscire tranquillamente da “Legendary Tales” (che io continuo a ritenere l’album più bello dei triestini) ed infatti è uno dei brani che maggiormente mi affascinano e mi coinvolgono: un sognante soprano duetta con le tastiere di Alex durante la parte iniziale del pezzo mentre il refrain centrale con la voce di Fabio sempre in prima linea, accompagnata dal coro maschile dell’orchestra, regala un susseguirsi continuo di emozioni. Alex e Luca iniziano a darsi battaglia in fase solistica alternandosi in funambolici solos ben strutturati ed organizzati.
I Rhapsody ci regalano inoltre vari episodi tipicamente medievaleggianti come capita con “Elgards green valleys” breve ma intenso intermezzo musicale dove il flauto e il clavicembalo si dimostrano protagonisti indiscussi eseguendo melodie di matrice barocca; si prosegue con “Dragonlands river” che si muove sulle orme della ben più nota “Forest of the unicorns”: Lione accompagnato anche in questo caso da flauto, clavicembalo e chitarra acustica si cimenta in un cantato particolarmente medievale fino a esplodere nel finale del brano in cui tutti i Rhapsody iniziano a suonare.
Le melodie di “Guardiani del destino”, versione in lingua italiana di “Guardians of destiny” presente sul singolo, strizzano l’occhio al grande Angelo Branduardi durante la strofa: flauti, bodràn e chitarre acustiche ricreano atmosfere che rimandano a tempi ormai passati, mentre l’orchestra nel ritornello riesce a donare un’incredibile drammaticità al pezzo fino all’esaltante finale tutto da brividi in cui Lione è accompagnato da un coro davvero maestoso ed impetuoso. Introdotto dalle dolci noti del pianoforte di Alex e dal solito flauto tanto caro ai guerrieri triestini, parte il classico lentone presente in ogni album del combo italiano: ”The magic of wizards dream” si dimostra davvero coinvolgente ed incredibilmente passionale; Fabio si svela un cantante eccezionale e riesce a conferite al brano un mirabolante pathos che esplode nel ritornello, quando l’orchestra fa il suo ingresso conferendo al pezzo una inverosimile carica emotiva e drammatica.
La definizione “Film score metal” si adatta perfettamente ai restanti brani di questo nuovo disco. Arcane ed oscure evocazioni magiche sempre per opera del mitico Christopher Lee aprono le danze di “Sacred power of raging winds” che si articola su riffs veloci: i Rhapsody ci riversano addosso tutta la loro rabbia in sfuriate assolutamente convincenti che si alternano a brevi break di matrice rinascimentale fino ad esplodere nel coro immediato, diretto e di facile presa. Ritorna l’aspetto maggiormente cinematografico e teatrale dei Rhapsody con un Lione convincente nel rallentamento centrale del pezzo in cui si rende protagonista di una recitazione al limite del drammatico e ricca di pathos. Stupendo il finale in cui Luca e l’orchestra si sfidano a colpi di velocissimi solos di matrice barocco/rinascimentale.
Terminano l’album “Shadows of death” dall’inizio tipicamente battagliero, a mio avviso adatta per un nuovo film di Conan il barbaro, e “Nightfall on the grey mountains” ed è proprio il caso di dirlo, l’orchestra svolge un ruolo davvero magistrale, sovrana indiscussa, crea una colonna sonora esaltante ed imponente che si sposa perfettamente con il resto della musica che i Rhapsody hanno composto.
Chiedo davvero scusa a tutti per questa recensione così lunga, ma è impossibile riuscire a liquidare in poche righe un gruppo del calibro dei Rhapsody, ma soprattutto è infattibile riuscire a descrivere l’incredibile lavoro che questa volta ha visto protagonisti Turilli e gli altri ragazzi. A mio parere “Symphony of enchanted lands pt. 2” riesce a superare di gran lunga tutte le ultime produzioni dei Rhapsody riuscendo a collocarsi al livello di “Legendary Tales”.
Un grandissimo ritorno, un grandissimo album per una band davvero mirabolante e con tantissime idee da dire. Non vedo l’ora di poterli vedere dal vivo in tour! Fate vostro quest’album perché ne vale davvero la pena.