Non so a quanti sia capitata la stessa cosa, ma appena ho letto che il singer americano DC Cooper sarebbe tornato nei Royal Hunt (prima per un tour e poi per un album) sono letteralmente sobbalzato dalla sedia dalla contentezza!
I Royal Hunt fanno parte di quella schiera di band che hanno riportato in auge un certo tipo di metal progressivo e magniloquente a inizio anni ’90, insieme ad altri act come Angra, Stratovarius, Elegy e Shadow Gallery (ah…! Bei tempi!). Capolavori come “Moving Target” e “Paradox” girano ancora con piacere nel mio stereo! La band di allora era appunto caratterizzata dalle tastiere pompose e roboanti ad opera del leader e compositore danese (ma di origine russa, per essere precisi) André Andersen e dalla voce calda e avvolgente del cantante americano DC Cooper, supportato da dolci coriste. Oggi, a distanza di una quindicina d’anni, il quadretto si ricompone e i Royal Hunt tornano con questo nuovo “Show Me How To Live” (anche se è doveroso precisare che la band non ha mai cessato la propria attività, pubblicando diversi album con altrettante diverse formazioni).
Dopo questa (mia) lunga attesa, devo dire che il mio entusiasmo iniziale è stato leggermente ridimensionato. “Show Me How To Live”, è bene dirlo subito, è davvero un buon disco ma, almeno per il sottoscritto, non arriva al grandeur degli esordi della band.
L’album si apre con One More Day e subito si viene catapultati indietro nel tempo grazie alle tipiche tastiere neoclassiche di Andersen (che mi hanno sempre ricordato un po’ Rondò Veneziano!) che, in questo brano catchy, riportano in auge il tipico stile dei Royal Hunt, a cavallo tra AOR e metal. Sempre da brividi l’interpretazione di DC Cooper che duetta nel bel coro con le coriste. Grande opener davvero azzeccata! La seguente Another Man Down, che è la song scelta come “singolo”, parte soave e lenta in un crescendo che sfocia in un coro zuccheroso dal sapore a stelle e strisce. Torna protagonista anche la chitarra con gustosi fraseggi e un bel solo.
Con An Empty Shell i Royal Hunt fondono il loro tipico stile con un cantato blueseggiante (nelle strofe) tipicamente americano creando un ottimo amalgama. Hard Rain’s Coming ci riporta su sentieri più classici tipici del gruppo danese grazie ad una melodia ariosa creata dalle tastiere (spezzata dai riff stoppati della chitarra) e al cantato soave di Cooper. Coro bombastico nel pieno stile della band! Anche la seguente Half Past Loneliness, che si mantiene su questa stessa scia, è dotata di uno splendido coro che vede ancora una volta la bella voce di Cooper alternarsi con quella delle coriste. La title-track è invece una suite di una decina di minuti, caratterizzata inizialmente dal cantato pacato di Cooper, supportato da fraseggi melodici tra tastiere e chitarra. Il ritornello è ancora una volta un efficace intreccio di voci che lascia spazio ad una parte strumentale alquanto epica (che ricorda da vicino la melodia di Anthem Of The World degli Stratovarius!) in cui si alternano tastiere e chitarre in splendidi solo. Brano degno di portare il titolo dell’album. Il disco si chiude con Angel’s Gone, pezzo pomposo e neoclassico davvero piacevole ma che non aggiunge nulla di nuovo al disco e al sound del gruppo.
“Show Me How To Live” è quindi un gradito ritorno al passato, album davvero buono, ben concepito e altrettanto ben interpretato. Ma ancora non basta per riportare i Royal Hunt nell’olimpo di un certo metal di stampo melodico. “Show Me How To Live”, per chi scrive, va preso come un buon punto di partenza per una seconda vita artistica dei Royal Hunt. Aspettando fiduciosi un bel tour e un nuovo album, intanto abbiamo di che godere.