Roma, 2008. Nascono i Ruinthrone, band capitanata da Edoardo Gregni alla voce, accompagnato da Adriano Strinati (chitarra) e Giorgio Mannucci (tastiere), ai quali si aggiungono, successivamente, Michele Attolino (basso) e Nicolò De Maria (chitarra/cori).
Con nette influenze targate Blind Guardian e Symphony X, la band giunge al 2013 con un album d’esordio intitolato Urban Ubris, Buil2Kill Records.
L’atmosfera si fa inquietante grazie alla breve intro strumentale, che risponde al nome di Breathe The Decay: suoni lievi e sommessi creano una debole melodia cupa … E come in ogni power/progressive band che si rispetti, la potenza delle chitarre abbinata all’imponente voce del cantante, non tarda a presentarsi! E’ quello che troviamo nella seconda track Summoner, seguita da Desert Twilight, dal ritmo incessante dettato dalla batteria di Emiliano Cantiano, special guest per il drum programming.
Rappresentante assoluta del power che più power non si può, arriva Blinded, seguita dalla prima ballad dell’album Another Cry, dal ritmo coinvolgente e molto orecchiabile. I suoni tornano ad ardere in Throne Of Your Ruin, e sorge spontaneo il dubbio che tale brano sia autoreferenziale…
Ocean Still Sing è creata su misura per la maestosa voce di Gregni, mentre le chitarre di De Maria e Strinati dominano la scena in Chiral Twin, in un incessante scambio di battute con alle spalle l’irriverente sezione ritmica di Cantiano.
Piacevolissima scorre Dance Of Lights, seguita dall’ultima track Chants From The Sky, appassionata e profonda, che ancora una volta ci permette di apprezzare le doti del singer e dei suoi compagni.
Urban Ubris si fa apprezzare. E’ un buon lavoro, convincente biglietto da visita per questi ragazzi romani. Da provare, da ascoltare…