Guardate la copertina di questo “The Dead Still Dance” e considerate un po’ il titolo, vi aspettate qualcosa di cupo e gotico, vero? Sbagliato! Gli S.K.W.A.D. sono invece autori di un rockettino carino che si può recensire ad occhi chiusi (anche se in realtà lo stesso discorso vale pure per moltissimi dischi “goticoni”, questo va detto…), il loro cd contiene un miscuglio – chiarisco che gli elementi sono sparsi tra la varie tracce che sono di diverso genere, non è che ogni pezzo sia un mistone di tutto – di punk, alternative e metal (ovviamente con una declinazione un po’ emo che va tanto di moda) piacevole ma inutile. Lungo i quasi 55 minuti dell’album scorrono quattordici canzoni non brutte, ma che tuttavia non mi hanno lasciato addosso niente, infatti ogni volta che ho inserito “The Dead Still Dance” nel lettore l’ho ascoltato tutto sommato volentieri, ma poi alla fine mi sono chiesto cosa avevo sentito. Non c’è una canzone capace di stamparsi veramente nella mia mente, non un passaggio è riuscito a colpirmi in profondità. Della personalità tanto sbandierata sul sito non ne ho trovata molta (gli S.K.W.A.D. dicono di non seguire i trend e di fare la musica che piace a loro, vero o meno a me comunque sembra che la musica che gli piace suonare sia facilmente accostabile a quella che va di moda adesso, anche se magari è un po’ meno spudorata della media), insomma, di entusiasmante in “The Dead Still Dance” ci ho trovato proprio poco (l’unico momento capace di farsi ricordare almeno un pochino è “Draw To A Close”).
Alla fine comunque non si può bocciare un disco di questo tipo (quante volte ho chiuso così una recensione!), ascoltabile e decente quindi sufficiente, ma anche inutile e abbastanza dozzinale. E se vi sembra di aver letto già tante volte una recensione simile, ve l’avevo detto che questo è uno di quei dischi che si possono recensire col “pilota automatico” senza sbagliare, no?