Tornano con la loro carica distruttiva, ormai al quinto album in studio, i Sacred Steel band tedesca che senza troppe preoccupazioni sbatte in faccia a tutti quanti il proprio modo di suonare, in altre parole un power metal molto veloce ed efficace ben suonato e dai ritornelli coinvolgenti, dai connotati particolarmente epici che dopo solo pochi ascolti rimangono in testa e non se ne vanno più via.
Avevamo lasciato i cinque tedeschi con il precedente “Slaughter Prophecy” disco nel quale il combo teutonico aveva indurito maggiormente il proprio modo di suonare e all’interno delle canzoni alcuni inserti di grow vocals facevano il loro ingresso. Ebbene in “Iron blessing” le cose non cambiano molto: il gruppo guidato da Gerrit Mutz prosegue il discorso iniziato in precedenza e sono aggiunte anche alcune ritmiche al limite del death/black metal come capita nell’opener “Open wide the gates”, mentre le grow vocals sono presenti in quasi gran parte delle canzoni, rovinando a mio parere l’impatto dei pezzi (tutti di chiara matrice power) che si svelano sicuramente devastanti.
Non aspettavi però innovazioni, le sorprese sono finite: in “Iron blessing” troverete quello che i Sacred Steel suonano ormai da tempo, metal roccioso ed epico, veloce e devastante che farà sicuramente lo sfacelo in sede live. L’ottima “Your darkest savior” dove un riff trascinante accompagna il cantato “cristallino” di Mutz si rivela una vera e propria mazzata, mentre devastante è “All the sabbath as possessed” con una ritmica veloce e serrata che imperversa per tutto il brano fino a raggiungere il chorus immediato e coinvolgente; contaminazioni death/black infuriano all’interno delle successive “Anointed by bloodshed” e “Victory of black steel” canzoni a mio avviso assolutamente rovinate dall’eccessiva presenza di grow vocals che non si addicono assolutamente ad un gruppo come i Sacred Steel.
Tuttavia si riparte alla grande con “I am the conqueror” che riporta la band verso lidi più power oriented abbandonando le influenze black che fanno nuovamente capolino con la successiva “Crucified in heaven”. Chiude questo platter “We die fighting” canzone che già dal titolo ci dimostra l’essenza distruttiva e sinceramente epic del gruppo in questione e che a mio avviso è uno dei migliori pezzi scritti dal combo tedesco.
In defnitiva questo nuovo “Iron blessing” è effettivamente un buon disco, ben suonato, con un’ottima produzione ed un’incredibile copertina che racchiude in sè l’essenza epic del gruppo in oggetto. I Sacred Steel sono capaci musicisti e con la loro musica sanno come catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
Attenzione però, se non avete mai ascoltato questo gruppo non gettatavi a capofitto nel comprare la loro intera discografia: potreste infatti rimanerne delusi. I Sacred Steel si amano o si odiano, non esiste una via di mezzo soprattutto per quanto riguarda la voce di Mutz che risulta molto personale ed inaspettata. Un buon disco, sicuramente uno dei migliori di quest’estate 2004.