Con ben ventidue anni di carriera musicale alle spalle e cinque dischi ufficiali pubblicati, gli Israeliani Salem (vera e propria icona del movimento in terra natia) tornano sul mercato con il nuovo “Necessary Evil” e l’appoggio della prestigiosa Season Of Mist.
Il nuovo pargolo di Ze’ev Tananboim e soci continua ed incrementa il processo evolutivo che ha sempre contraddistinto ogni produzione targata Salem, utilizzando i classici stilemi del thrash death d’annata in chiave prettamente personale ed interessante.
Caratterizzato da un riffing sempre ispirato e vagamente influenzato da contaminazioni orientali, “Necessary Evil” nasce dall’unione di vari (e piuttosto diversi) contesti musicali, che sfiorano con destrezza i lidi del metal più classico e vanno ad accarezzare influenze di varia natura. Un songwriting ispirato e molto variabile, dunque, in grado di dar vita ad una buona dozzina di composizioni accattivanti e sempre molto cattive. Lo stesso Ze’ev Tananboim, dotato di un growl ruvido e decisamente sporco, si cimenta in una prestazione molto buona, alternando al suddetto brevi ed interessanti scorci in clean vocals, alla strega dei maestri Orphaned Land. La coppia d’asce, come si diceva in apertura di recensione, è probabilmente la sorpresa più gradita di questo lavoro, sempre ispirata e capace di forgiare riff di una bellezza imbarazzante. L’unico aspetto che non convince di questo “Necessary Evil” è l’orribile (e purtroppo lunghissima) suite “Once Upon A Lifetime”, composta di ben cinque parti e caratterizzata da una marcata quanto noiosa predisposizione ambient folk. Il brano, che da solo copre quasi la metà del disco, è purtroppo un boccone indigesto per quanti abbiano apprezzato totalmente la prima parte, ridimensionando un platter che, altrimenti, avrebbe quasi fatto gridare al miracolo.
Resta inalterata, comunque, la stima nei confronti di una compagine che, dopo la bellezza di venti anni di militanza in un territorio ostile per il movimento metal come quello Israeliano, riesce ancora oggi a reinventarsi ad ogni nuovo lavoro ed a produrre album di un certo peso come questo “Necessary Evil”.