Di dischi strumentali per chitarra ne escono parecchi, alcuni più ed alcuni meno ispirati, ma molti di questi non mancano affatto di fare la gioia dei tanti shredder o aspiranti tali che popolano il globo terracqueo. Arriva quindi oggi il momento di visibilità per Salvatore Vecchio (Ivory), chitarrista all’esordio solista con il presente “The Warm Light Of Night”, lavoro come avrete intuito totalmente strumentale e mai smaccatamente ancorato ad un genere, ma a cui la definizione stessa di rock va stretta. Sprazzi di metal maideniano, fusion e partiture dal retrogusto smaccatamente jazz si alternano con facilità nei dieci brani a firma di Salvatore per un disco sicuramente godibile, ma destinato solo ed esclusivamente a chi della chitarra ne ha fatto una ragione di vita.
In effetti il grosso difetto della quasi totalità di questo tipo di produzioni è proprio il fatto di essere riservate ad un pubblico abbastanza stretto di appassionati, i quali sono ben felici di farsi inondare di note o comunque di fare a meno di una linea vocale che guidi l’ascolto dei singoli pezzi. Da questo punto di vista “The Warm Light Of Night” non segue la scia dei fedeli a sua maestà Yngwie J. Malmsteen, ma punta più sull’atmosfera e sul giocare con dei temi che spazino in più ambiti, privilegiando la varietà della proposta ad una staticità compositiva che si sarebbe rivelata solo noiosa e fine a sé stessa.
Certo, l’opera prima di Salvatore Vecchio non è esente da difetti come, ad esempio, qualche piccola imprecisione tecnica e l’utilizzo di suoni di batteria poco ficcanti, soprattutto nelle partiture più votate al metal. Diciamo che più che altro si tratta di piccole sbavature dettate probabilmente dall’immaturità e dall’inesperienza fisiologica di un semi-esordiente e sia chiaro che non vi è alcun errore irrimediabile o madornale all’interno di questo disco.
Concludendo, i guitar addicted potranno far propria questa release senza riserve e sufficientemente ad occhi chiusi, ma per chi trova noioso il fraseggio di una sei corde “The Warm Light Of Night” non sarà il lavoro che farà loro cambiare idea (per questo ascoltatevi i dischi di Simone Fiorletta…). In ogni caso, l’album si pone come un lavoro sufficiente. Ora aspettiamo il ritorno degli Ivory, caro Salvatore!

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