Un disco che, senza l’ascendente dei Nile, sarebbe risultato completamente diverso. E’ questa la prima sensazione dettata da ‘Despoilment Of Origin’, buon debutto dei britannici Sarpanitum su Galactic Records ed esempio di intelligente riproposizione di gravose e pericolose influenze. Senza mai tentare di nascondersi dietro un dito o strafare, infatti, questi giovani ragazzi di Birmingham danno alla luce un disco mai originale ma, al contempo, sorprendente solido e maturo considerando l’esperienza a disposizione.
Neanche a dirlo, il genere proposto è un death metal tecnico e brutale che fonda la sua forza sulla pesantezza delle atmosfere piuttosto che su accelerazioni fini a sè stesse. Tutte le composizioni sono caratterizzate da un’aurea epica ed oscura che, seguendo la scuola di Sanders e soci, infittisce i brani rendendoli vari e fascinosi. L’aria che si respira tra le righe delle composizioni viene, così, ad essere volutamente pesante, evocativa, lontana. Nel quadro descritto tutto riga dritto con onestà e coesione creando un platter piacevole da ascoltare per ogni amante del genere ed inattaccabile dal punto di vista del songwriting. I Sarpanitum, infatti, mostrano di sapersi destreggiare a dovere creando un ottimo filo conduttore tra la brutalità di base, le pause atmosferiche già descritte ed attacchi più veloci che ricordano da vicino i primi Krisiun. Il discorso fatto per la buona concezione dei brani vale, allo stesso modo, per ogni particolare senza escludere una produzione volutamente sporcata per non inficiare l’effetto “nero e mitologico” che i quattro affermano di voler inseguire. Rimane il pesante neo di un’originalità latente da prendere, però, con le molle in un disco che, essendo un esordio assoluto, riesce già ad offrire e sorprendere abbastanza.