Ne è passata di acqua sotto i ponti dal lontano capitolo chiamato Nameless Crime, e Marco Ruggiero è qui a gridarlo fortemente con i suoi Savior From Anger. Gruppo dedito ad un power thrash di chiara matrice statunitense che pian pianino si sta allontanando dai guru musicali del chitarrista e compositore partenopeo.
E fortunatamente c’è da dire. Anche se, è indubbio, il cuore di Ruggiero e soci batte sempre negli anni ottanta, o lì si è fermato: dalla produzione grezza e sporca, sempre ricercata dai nostri, ad un sound che più retrò non si può.
Scordiamoci quindi riff pulitissimi ritoccati in studio, qui tutto risulta più che mai naturale e diretto, come se l’album fosse registrato dal vivo in studio; niente sovraincisioni, almeno intuibili, una batteria che forse i Metallica dell’ultimo obbrobrio musicale avrebbero desiderato.
La musica dei nostri è quindi quanto di più onesto ci si possa aspettare da un album di sano Heavy Metal (non a caso nel retro copertina c’è scritto File Under Heavy Metal) al giorno d’oggi. Canzoni che spaccano si alternano a brani più riflessivi e intimisti, mai troppo scontati e scritti con ricercato gusto, nonostante la sensazione di spontaneità che viene trapelata.
Un album questo Lost In Darkness genuino, e fresco in un panorama inflazionatissimo da power e gothic, tralasciando il sempre verde Hard Rock, che mi auguro non venga relegato in un angolino nei negozi di dischi.
Considero questo nuovo lavoro del gruppo partenopeo come un album ispirato agli anni ottanta adatto non solo ai nostalgici di quegli anni, ma anche a chi ricerca una autentica musica di vecchia scuola.