C’è una notevole quantità di gruppi in giro che di tanto in tanto pubblica un buon lavoro, ma pochi sono i gruppi che riescono ad essere, se non sempre, spesso incisivi e validi. Nonostante non siano più giovanissimi i Saxon riescono ancora una volta con il nuovo lavoro intitolato Sacrifice a ruggire e a tenere alta la bandiera inglese del metal.
Dieci brani, di cui un intro, Procession, ad altissima energia, con tanta voglia di gridare al mondo che loro sono sempre qui, e sono tra i capostipiti del genere e nessuno li toglierà dal loro podio.
Già il brano che dà titolo all’album trasmette tutta la potenza melodica e l’aggressività dei riff del duo di asce Quinn/Scarrat coadiuvati dalla grintosa e possente sezione ritmica di Carter e Glockler, basso e batteria rispettivamente.
In magnifica Byford, nonostante gli anni che passano si fanno sentire. I riff si fanno più decisivi nella successiva Made In Belfast, mentre in Warriors Of The Road si passa ad un Hard N Metal che farà la gioia di nuovi e vecchi fan. Si passa a lidi più melodici e classicheggianti in Guardians Of The Tomb, con un azzeccatissimo ritornello che si stamperà in testa all’ascoltatore che lo canterà senza nemmeno rendersene conto.
Stand Up And Fight, altro classicone veloce e possente che anticipa l’incedere epico e maestoso di Walking The Steel. Il brano migliore del lotto è, a mio avviso, la briosa Night Of The Wolf, con quel ruffiano alternarsi di melodia, velocità e aggressività, mentre Wheels Of Terror è la più cattiva e da vero e proprio headbanging da fare sotto palco.
L’album si conclude con il semplice rock n roll di Standing In A Queue che gaserà l’animo più roccioso di noi metallari degli anni ottanta.
I Saxon tornano a noi poveri metallari umani dall’olimpo del metal dove risiedono confezionando un altro maestoso lavoro, che rimane classico e moderno allo stesso tempo, mantenendo la propria fan base e acquistandone di nuova.
Vecchi leoni ruggiscono ancora.