Confezionato bene e suonato meglio, questo ‘3.1’ è il debutto assoluto dei toscani Schizophrenia. Supportato da una produzione egregia rispetto alla media delle uscite autoprodotte, il quartetto avanza una proposta musicale audace e coraggiosa nel suo sfuggire alla mediocrità del compitino svolto. I quattro bravi musicisti di Prato, pur se in soli tre brani, riescono infatti a dare prova di idee e dinamismo sonoro non indifferente. Appena dieci minuti tirati e godibili che, con un’attitudine acida e moderna, uniscono elementi cari ad un certo death di matrice europea sulla falsa riga di Dismember ed Illdisposed, ritmiche e passaggi rubati al cyber thrash e, anche e soprattutto, splendide venature melodiche che possono a tratti ricondurre agli ultimi Unearth. Grazie al variegato ed intelligente songwriting, i brani riescono a trasportare un carico emozionale non indifferente a cui, mimando il lavoro delle mobili chitarre, riesce ad adattarsi anche il singer Andy grazie ad uno stile che unisce bene violenza ed espressività. Niente da eccepire, dunque, neanche sulle prove individuali di un gruppo che, a giudicare dalla completezza e robustezza del dischetto, appare sicuro e concorde sia nella direzione da intraprendere, sia sulle armi da utilizzare nel pratico. Restano il dubbio di testare il tutto sulla lunga durata ed il consiglio di enfatizzare quella componente melodica che spesso, in questo contesto, fa rima con gusto e personalità. In attesa di una replica di sostanza.